Come l’America’s Cup nella vela, la Ryder Cup nel golf occupa un posto speciale nel mondo dello sport. In uno sport ultra-individuale, si gioca in squadra. Gli Stati Uniti, da un lato; gli europei, dall’altro. E, in una disciplina guidata dal denaro come re, si compete solo per la gloria e l’onore. Senza il minimo premio in denaro per la carota. Questo è ciò che ha plasmato la sua leggenda e la sua magia fin dalla prima edizione del 1927. Ciò dimostra che le recenti indiscrezioni secondo cui i giocatori americani avrebbero chiesto di essere pagati a partire dall’edizione 2025 stanno suscitando polemiche dietro le quinte. Il golf è, insieme al tennis e alla F1, lo sport individuale dove i campioni vengono meglio pagati durante tutta la stagione. Nel 2024, il numero 1 al mondo Scottie Scheffler ha guadagnato oltre 30 milioni di dollari. Le stelle americane possono quindi ignorare perfettamente una settimana di gare e un bonus di vittoria stimato in 400.000 dollari. Soprattutto perché la Ryder Cup fornisce loro implicitamente enormi dividendi in termini di notorietà, pubblicità e sponsorizzazione. Ma, evidentemente, dall’altra parte dell’Atlantico il volontariato non è più di gran moda, nemmeno per difendere il vessillo a stelle. Gli europei non hanno la stessa mentalità. “Pagherei di tasca mia per giocare la Ryder Cup, è un vero privilegio” lo ha confidato il nordirlandese Rory McIlroy, parlando a nome di tutti i suoi compagni di squadra.
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