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Dopo Rafael Nadal, gli altri ritiri che hanno fatto scalpore

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Rafael Nadal ha commosso il pianeta intero ritirandosi in lacrime dopo una sconfitta indegna del suo record e del suo talento durante i quarti di finale della Coppa Davis a Malaga. Prima di lui altri campioni erano mancati agli addii.

Lasciare la propria carriera al vertice è la cosa più difficile al mondo per le stelle dello sport. Colti dal vuoto pascaliano, molti campioni esitano prima di appendere guanti o ramponi, ciaspole o sci. Antologia.

Björn Borg (tennis)

Prima dell’era moderna era considerato il più grande tennista di tutti i tempi. Ma lo svedese Björn Borg, dopo un primo ritiro ai vertici nel 1984, è tornato in campo per un tour d'addio indegno del suo talento nel 1991. Lento, sopraffatto, ancora giocando con la sua antica racchetta di legno, non aveva appena brillato, perdendo per finire al primo turno del torneo di Mosca nel 1993.

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Muhammad Ali (pugilato)

Il più grande personaggio della storia della boxe ha concluso la sua carriera in sordina con tre sconfitte contro avversari che avrebbe eliminato dieci anni prima. Fisicamente fuori peso, affrontò Trevor Berbick l'11 dicembre 1981 nella partita soprannominata “The Drama in the Bahamas”. Mohamed Ali ha perso la battaglia ai punti e soprattutto ha riportato un danno alla testa. Tre anni dopo gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson.

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Michael Jordan (basket)

Un po' come Björn Borg, Michael Jordan è arrivato al top per la prima volta… due volte, la prima nel 1993 dopo una prima tripletta con i Chicago Bulls per diventare un giocatore di baseball, desiderio del padre defunto, poi nel 1998 dopo una nuova tripletta e un tiro che passeranno per sempre alla storia contro gli Utah Jazz. Ma il richiamo dal campo fu troppo forte e Michael Jordan tornò in NBA nel 2001, sotto la maglia dei Washington Wizards. La sua ultima partita non è degna del suo record con solo quindici punti segnati.

Usain Bolt (atletica leggera)

Anche l'uomo più veloce del mondo ha aspettato troppo prima di riporre le sue scarpe chiodate nell'armadio. Durante i mondiali di Londra del 2017, Usain Bolt si classificò terzo nei 100 metri e, soprattutto, si infortunò durante la finale della staffetta 4×100 metri, il 12 agosto 2017. Tentò poi una svolta nel calcio – il suo sport preferito – ma la sua fenomenale velocità non gli permette di brillare con la palla.

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