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Respinto il ricorso dell’artista maliana Rokia Traoré contro la sua estradizione in Belgio

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AA / Tunisi / M. Belhaj

La Corte di Cassazione italiana ha respinto, martedì sera, il ricorso della cantante maliana Rokia Traoré contro la sua estradizione in Belgio, segnando un nuovo capitolo nel complesso imbroglio giuridico internazionale riguardante la custodia di suo figlio.

Verrà consegnata alle autorità belghe “nei prossimi giorni”, ha annunciato mercoledì il suo avvocato italiano Maddalena Claudia Del Re.

Rokia Traoré, 50 anni, è stata arrestata il 20 giugno all’aeroporto di Roma Fiumicino, nell’ambito di un mandato d’arresto europeo emesso dalla giustizia belga.

La Procura di Bruxelles ha poi precisato che “l’arresto della signora Traoré in Italia fa seguito ad una decisione del tribunale penale di Bruxelles del 18 ottobre 2023, che ha condannato l’interessato, in contumacia, ad una pena di due anni di reclusione di diritto accusa di mancata rappresentanza del minore” nei confronti della persona che ha la custodia del minore.

Da allora è detenuta a Civitavecchia, in attesa dell’esito dei ricorsi proposti dalla sua difesa. Il tribunale italiano ha seguito la posizione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che si è pronunciata a favore dell’estradizione.

**Contesto giuridico di un conflitto genitoriale internazionale

La famosa cantante e ambasciatrice di buona volontà dell’UNHCR è coinvolta, dal 2018, in una battaglia legale con il suo ex compagno belga, Jan Goossens, per la custodia della figlia. Nato in Belgio nel 2015, il bambino attualmente vive in Mali, anche se la giustizia belga ha concesso la residenza principale al padre.

Accusando il suo ex compagno di aver toccato la figlia, Rokia Traoré si è rifiutata di consegnare la bambina a suo padre, nonostante diverse ingiunzioni legali. Nell’ottobre 2019 è stato emesso nei suoi confronti un mandato d’arresto internazionale per “rapimento e sequestro”.

Arrestata in Francia nel 2020, è stata rilasciata sotto controllo giudiziario prima di lasciare il territorio francese per il Mali, nonostante il divieto di lasciare il territorio francese.

Da allora, le decisioni contraddittorie tra i tribunali belga, francese e maliano hanno complicato il caso. Mentre il sistema giudiziario belga emetteva nuovi mandati di arresto, nel 2020 il Mali ha concesso a Rokia Traoré la custodia esclusiva del bambino.

“Rokia è stata condannata a due anni di reclusione nel corso di un processo svoltosi a Bruxelles senza che lei ne fosse informata, in sua assenza e senza che potesse essere difesa da un avvocato, in violazione dei diritti di difesa e del principio di equità processo”, ha detto il suo avvocato.

Rokia Traoré dovrà ora affrontare la giustizia belga, e il suo avvocato dichiarerà: “Oggi la battaglia per i diritti di Rokia si sposta a Bruxelles”.

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