Rdi nuovo alla scatola della prigione. L’imputato, 21 anni, non può sfuggire alla spirale negativa in cui si è trasformata la sua vita quando i suoi genitori lo hanno cacciato di casa, in Vandea, quando aveva solo 16 anni. Per aver estorto denaro ad un “amico” per un giorno, il 12 novembre a Royan, con un coltello, è stato condannato a trenta mesi di carcere, di cui diciotto mesi sospesi, questo martedì 19 novembre dal Tribunale penale di Saintes.
Fabien René ha agito da recidivo legale, condannato l’ultima volta il 18 gennaio 2023 a Poitiers a otto mesi di carcere, di cui tre con sospensione condizionale per due anni. Per il suo nuovo “smarrimento” il 12 novembre, a Royan, sapeva che sarebbe tornato in carcere. Il suo avvocato sperava in un ultimo segnale di clemenza da parte del tribunale per lui, attraverso un minimo di pena, con un nuovo soggiorno di prova. “In modo che questo ragazzo di 21 anni, perché è ancora solo un ragazzino, ci dimostri che può trovare una formazione o un lavoro, che può trovare un alloggio. »
Consuetudine di minacce
“Abbiamo già provato molte cose per questo signore”, ha anticipato il pubblico ministero Anne Couplan nel suo atto d’accusa. “Tutto questo deve finire!” » Perché lo scorso 12 novembre, a Royan, Fabien René ha lasciato che il suo temperamento prendesse ancora una volta il sopravvento. Dal 2019 è già stato condannato quattro volte, per estorsione, per furto e ricettazione, nonché per minacce di morte. Questo 12 novembre, intrapreso un viaggio in città con “amici”, il giovane ha visto in uno di loro, portato da altri due soci, “una fonte di guadagno facile e veloce”, ha ammesso davanti al tribunale.
“Non va bene, lo so, ma non avevo scelta, altrimenti non avevo niente da mangiare”
Fabien René fa pagare alla sua vittima da mezzogiorno a sera, 518,24 euro, in spese varie, tra cui una bottiglia di bourbon, che non aiuta l’umore di Fabien. Porta le cose al livello successivo quando, in una rotonda, il suo cellulare gli scivola di mano e cade dall’auto. La colpa è del malato di giornata, al volante, al quale Fabien chiede 200 euro “per riparare il (suo) telefono”, che la squadra va subito a ritirare da un bancomat del centro città.
“Ultima possibilità”
In serata, questa volta, Fabien René ha minacciato la sua vittima, armato di coltello. Chiede altri 200 euro. La stessa banda torna in città. Il raduno ha attirato l’attenzione di una pattuglia della polizia, che ha posto fortuitamente fine al calvario della vittima, un giovane “influenzabile”, secondo chi lo circondava, affetto da disturbi dell’attenzione e dalla sindrome di Gilles de La Tourette.
Martedì, davanti alla presidente Caroline Auge-Jambon e ai suoi assessori, il giovane ha chiesto debolmente scusa, trovando le attenuanti. “Non va bene, lo so, ma non avevo scelta, altrimenti non avevo niente da mangiare. Pensavo solo di avere dei soldi per durare un po’. Non ho niente. »
Quando le associazioni lo contattano, Fabien René non sottoscrive tutti i suoi obblighi. La richiesta del suo avvocato di non spingere ulteriormente il suo cliente è stata comunque ascoltata. “È l’ultima possibilità, questa tregua probatoria. Sta a voi sequestrarlo», ha avvertito il presidente del tribunale penale di Saintes.
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