L’ex ciclista francese Marion Sicot, risultato positivo all’EPO nel 2019 e sospeso per quattro anni nel marzo 2022, sarà processato questo mercoledì 20 novembre davanti al tribunale di Montargis (Loiret), in particolare per possesso e importazione di prodotti dopanti.
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È il processo che le permetterà, dice, di “voltare pagina“. Marion Sicot, 32 anni, sarà giudicata questo mercoledì 20 novembre a Montargis, in particolare “per atti di importazione e detenzione di prodotti dopanti”vale a dire l’eritropoietina, ha detto all’AFP il pubblico ministero Jean-Cédric Gaux.
Risultato positivo all’EPO (eritropoietina, un ormone che stimola la produzione di globuli rossi, ndr), nel giugno 2019 durante i Campionati francesi su strada, l’atleta è stato sospeso per due anni. Una pena aumentata a quattro anni dal Consiglio di Stato al termine di un procedimento durato quasi tre anni. Pubblicamente, l’ex ciclista, ora triatleta convertito, ha riconosciuto di aver fatto un’iniezione di EPO solo nel 2019.
Ma secondo le indagini sono emersi fatti risalenti al 2016-2019 che hanno portato alla sua convocazione in tribunale. Dopo aver inizialmente smentito i fatti a seguito del controllo, ha ammesso di essersi iniettata il prodotto tre giorni prima della gara, nella speranza di fare una buona prestazione e riconquistare la fiducia del suo manager, il belga Marc Bracke, del team Doltcini-Van Eyck. Aveva descritto un fenomeno di “controllo” di questi ultimi, dal quale sperava di staccarsi ottenendo un buon risultato.
Marion Sicot lo aveva raccontato, in particolare nel suo libro dal titolo “Molestato, dopato ma tornato!” e pubblicata nel 2021, dopo essere stata esclusa dalla sua squadra nella primavera del 2019 per aver smesso di inviare a Marc Bracke foto di se stessa in biancheria intima.
Ma la denuncia della ciclista per molestie sessuali nei confronti del suo ex manager è stata respinta nell’agosto 2022. Marc Bracke, sospeso per tre anni dall’UCI in relazione a questa vicenda, si è suicidato l’ottobre successivo all’età di 53 anni.
L’atleta, che ha indicato sul suo account Instagram di essere tornata alle competizioni a marzo dopo la sua sospensione, è ora tesserata presso il club di triathlon di Châteauroux, nell’Indre. “È la procedura logica.”ha reagito in settembre al quotidiano regionale Le Télégramme. “Ho pagato con la giustizia sportiva, credo con il massimo della pena ho dovuto pagare anche penalmente”..
“So che rischio la pena detentiva con sospensione della pena, una multa, ma per il mio avvocato niente prigione. A nessuno piace andare in tribunale, ma non ho scelta. Dopodiché potrò davvero voltare pagina“, ha detto.
Contattato dall’AFP, l’avvocato di Marion Sicot non ha voluto comunicare prima del processo, che inizierà alle 13.30 davanti al tribunale penale di Montargis.
Durante l’udienza verrà giudicato anche “un conoscente” dell’ex ciclista, che l’avrebbe aiutata a somministrare i prodotti e di un medico, sospettato di aver rilasciato illegalmente prescrizioni allo scopo di prescrivere l’EPO. Secondo l’accusa quest’ultima contesta i fatti.
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