I rendimenti di Paolo Giorgio et Joel Embiid non hanno avuto finora l’effetto desiderato. Peggio ancora, dopo il ritorno di Joel Embiid, i Sixers non hanno ancora vinto, e non sarà la triste prestazione mostrata ieri sera a Miami a sistemare le cose. Anche Miami non è al meglio, ma è riuscita a mostrare un volto molto più conquistatore dopo la sosta, nonostante le assenze di Jaime Jaquez Jr. e Terry Rozier.
Dopo dieci minuti di osservazione (21-18), i Sixers sono stati i primi a passare in vantaggio, chiudendo il primo quarto con un 15-4, opera di Paul George e di un Jared McCain già caldo con due canestri da 3 punti. (25-33). L’esordiente continua il divertimento in inizio secondo quarto con due nuovi tiri brillanti, sufficienti a costringere Erik Spoelstra a fermare il gioco (25-39).
Miami ha sofferto soprattutto per le troppe perdite di palla e per la goffaggine esterna nell’iniziare la partita, impedendole di rosicchiare il divario. Alec Burks e Dru Smith hanno corretto la situazione dietro l’arco, poi la difesa dei Floridiani ha rimesso in gioco i locali generando un gioco di transizione per ottenere un 21-5 poco prima dell’intervallo, alimentato dal trio Burks-Butler-Highsmith (53-56).
I Sixers stanno imbarcando acqua…
Tutto era da rifare per Philadelphia, soprattutto perché questa volta Miami giocava con piena fiducia, come il suo 6/10 da lontano nei primi sette minuti del terzo quarto con due frecce per il tandem Robinson-Herro e una da Jimmy Butler e Kevin Love (73-66). Soprattutto, gli Heat hanno mantenuto la rotta con grandi sequenze difensive che hanno permesso a Tyler Herro di brillare due volte in transizione e di allargare inesorabilmente il divario per completare un 10-0 (83-69). Philly ha preso l’acqua fino alla fine, con un’altra tripla di Haywood Highsmith e un canestro finale di Tyler Herro che hanno portato il punteggio sull’88-72 a 12 minuti dalla fine.
Miami ha resistito e dopo quattro nuovi punti di Jimmy Butler, è stato Bam Adebayo a sferrare il colpo finale, con una tripla in testa alla racchetta che ha rimandato Philly a scuola (106-89).
COSA RICORDARE
– Un ritorno da Jimmy Butler al quasi perfetto. Gara da boss per “Jimmy Buckets”, reduce da un infortunio, che ha saputo indossare l’azzurro da riscaldamento per lanciare la sua squadra nel secondo quarto, e che ha giocato bene fino alla fine. Al di là dei suoi 8/12 al tiro, 13/13 al tiro, 10 rimbalzi o 5 assist, ricorderemo il fatto che non ha perso un solo pallone in 34 minuti per finire con il miglior +/ – della partita (+29 ). Deve anche aver apprezzato la reazione orgogliosa della sua squadra dopo un primo quarto un po’ complicato, e il livello difensivo mostrato dopo l’intervallo, in particolare mantenendo il Philly a 16 piccoli punti nel terzo quarto.
– Un attacco dei Sixers a mezz’asta. Pensavamo che il ritorno di Joel Embiid avrebbe rafforzato l’attacco dei Sixers, è esattamente il contrario. Per quattro partite, Philadelphia ha segnato 95 punti e ha sviluppato un gioco offensivo particolarmente scarso. I due leader della squadra mancano evidentemente di automatismi, in attesa del ritorno di Tyrese Maxey, e soffrono anche i “giocatori di ruolo”, come Guerschon Yabusele, irriconoscibili da quattro partite. L’unico che riesce a mettersi in mostra per il momento è ancora il rookie Jared McCain.
– Philadelphia all’ultimo posto in campionato. Con 2 vittorie e 11 sconfitte, i Sixers sono attualmente gli asini della NBA, a pari merito con i Wizards. Bisognerà ripartire in fretta…
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Come leggere le statistiche? Min = Minuti; Tiri = Tiri riusciti / Tiri tentati; 3 punti = 3 punti / 3 punti tentati; LF = tiri liberi effettuati/tiri liberi tentati; O = rimbalzo offensivo; D=rimbalzo difensivo; T = Rimbalzi totali; Pd = assist; Fte: Falli personali; Int = Intercetta; Bp = Palle perse; Ct: Contro; +/- = Differenza di punti quando il giocatore è in campo; Pti = Punti; Eval: valutazione del giocatore calcolata da azioni positive – azioni negative.
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