Stanca della guerra, Sarah Ourahmoune gettò la spugna. Troppo scoraggiante, troppo faticoso, troppo disperato. Medaglia d’argento ai Giochi di Rio nel 2016, l’ex pugile è comunque esperto nella pressione dei ring con 265 incontri in carriera, un record in Francia. Dopo aver appeso i guanti al chiodo, il peso mosca ha mantenuto la sua determinazione a raggiungere le più alte sfere del potere. Così, nel 2017, entra a far parte dell’ufficio esecutivo del Comitato olimpico e sportivo nazionale francese, di cui diventa poi vicepresidente, ruolo che ricopre per tre anni anche nella sua stessa federazione.
Per questa nuova Olimpiade che ci porta dritti verso una cerimonia lanciata da Donald Trump nel 2028, Sarah Ourahmoune intendeva fare un passo avanti candidandosi alla carica di copresidente, in coppia con Dominique Nato, attualmente alla guida dell’organismo. Ciò per tenere conto dei bombardamenti che avrebbe subito, soprattutto all’interno. Il 10 novembre la 42enne ha annunciato il suo ritiro dalla gara. “Sono stato bersaglio di attacchi razzisti e sessisti: parole come “l’arabo di turno”, “governante della federazione”, o anche “la cagnolina di…”, per non parlare di messaggi anonimi di una violenza incredibile e profondamente scioccante” , racconta in un comunicato stampa. “Sono scandalizzato e profondamente addolorato. Scopro con sincero dolore che il mio sport, quello che tanto ho amato, sta attraversando un periodo di sofferenza che va oltre le semplici rivalità. »
Violenza cruda, a prescindere dal livello di sostegno alla sua candidatura, e per di più contro una delle poche donne che puntano al vertice della piramide. Estelle Mossely, capolista dell’opposizione, gli ha consigliato di sporgere denuncia. La stessa Cristolienne, 32 anni, ha visto la sua lista invalidata venerdì scorso dalla commissione di monitoraggio delle operazioni elettorali della sua federazione per motivi che denuncia. Estelle Mossely presenterà ricorso per poter comparire il 14 dicembre.
Mentre sentiamo spesso dire che l’assenza delle donne nelle posizioni più alte è soprattutto la conseguenza della loro mancanza di volontà, ecco cosa sta succedendo a coloro che osano… Tre mesi dopo i primi Parity Games della storia, mentre tutti le federazioni olimpiche delle discipline estive devono rinnovare i propri dirigenti, sono poche le candidate donne sulle 35 interessate. Se la legge del 2 marzo 2022 volta a democratizzare lo sport in Francia rende obbligatorie le liste paritarie a livello federale nazionale, è probabile che a gennaio, dopo le elezioni, solo gli uomini occuperanno le posizioni più alte. Quando non ci sono vincoli legislativi, le donne scompaiono.
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