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Perché Domenico Tedesco crede così tanto in Ameen Al-Dakhil con i Red Devils…

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Il tecnico tedesco dei Red Devils non ha mai nascosto la stima che nutriva per il giovane difensore belga-iracheno, rilanciato alla ribalta internazionale giovedì contro l’Italia. In attesa di meglio, magari, domenica contro Israele, dove la velocità e l’intelligenza del diretto interessato potrebbero servire ai fini della nostra Nazionale.


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Di Didier Schyns

Pubblicato il 15/11/2024 alle 13:20
Tempo di lettura: 5 minuti


DNaturalmente calmo e tranquillo, Ameen Al-Dakhil è senza dubbio uno dei nazionali belgi più sottovalutati nella rosa di Domenico Tedesco. Uno di quelli di cui, curiosamente, si parla meno, forse perché non fa rumore, mentre la sua carriera, che ha tutto di un sogno, non può che suscitare rispetto e suscitare entusiasmo. Jupiler Pro League (Standard e Sint-Truiden), Championship (Burnley), Premier League (Burnley) e Bundesliga (Stoccarda): in poco più di tre anni, il giovane difensore 22enne belga-iracheno ha raggiunto, firmando per la l’estate scorsa un contratto di 4 anni in favore dell’ultimo vicecampione del Bayern Monaco a fronte di un compenso di 9 milioni di euro, un livello notevole senza mai saltare il minimo passo, passo dopo passo ma a grande velocità.

Ha colto l’occasione per lavorare sulla parte superiore del corpo

Ma credere che nel frattempo tutto sia sempre stato roseo per Ameen Al-Dakhil significherebbe distorcere la realtà. La causa era un infortunio al quadricipite occorso lo scorso febbraio, in seguito a una trasferta contro il Manchester City nella quale aveva lasciato il segno, segnando l’unico gol di Burnley all’Etihad Stadium, senza sapere che quella sarebbe stata oggi la sua ultima permanenza in carica e che questo importante problema fisico lo priverebbe dell’euro tedesco. Erano già passati nove mesi. Nove mesi per ricostruire e riprendere il corso di una carriera costruita finora con grande intelligenza. E per tornare più forte. Perché durante la sua lunga traversata del deserto, Al-Dakhil non ha perso tempo, cogliendo l’occasione per lavorare sulla parte superiore del corpo, che ancora mancava nel suo sviluppo.



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