Difficile non rimanere colpiti dalla “Sfera”, questo luminoso teatrino a forma di palla che sembra essere atterrato come una meteora nel deserto del Nevada. E ancora più difficile non commuoversi mentre si guarda il film. Cartolina dalla Terrauna delle sue offerte al pubblico di Las Vegas.
Pubblicato ieri alle 18:16
Per 50 minuti, il nostro cuore batte al ritmo della Terra. Dai primi accenni di vita ai più grandi splendori che la ricoprono. Dai primi passi degli esseri umani sul pianeta alle loro conquiste più folli e ambiziose.
Tremiamo quando passa un branco di elefanti. Puoi sentire il vento in faccia. Vediamo con meraviglia milioni di farfalle volteggiare sopra la sua testa. Possiamo quasi toccare il pianeta che ci appare in 3D senza dover indossare gli occhiali.
Questo film coinvolgente di Darren Aronofsky, al quale dobbiamo in particolare Cigno Nero – non è solo una panoramica del mondo. È anche una favola sull’eccesso dell’essere umano che, poco prima di aver sterminato ciò che ama di più – il proprio mondo – decide di abbandonarlo per ritrovare la salute. Per lasciare che la vita e la natura riprendano i loro diritti.
Perché ti sto parlando di questo? Perché continua a venire in mente fin dall’inizio della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, COP29, a Baku, in Azerbaigian.
E non è il collegamento tra il tema del lungometraggio e quello della conferenza ONU che mi attira, ma piuttosto l’ironia di cui è immersa l’opera cinematografica tanto quanto il vertice mondiale dai contenuti green.
Perché se c’è una cosa che ti scuote quando la vedi Cartolina dalla Terra una volta depositate le scaglie di bellezza che ci ha scagliato in faccia, c’è un divario tra il soggetto del film e l’ambiente in cui viene presentato. La Sfera è un colosso divoratore di energia. “Un’aberrazione ecologica”, scrive la rivista francese Telerama.
Secondo uno studio condotto da un istituto britannico specializzato in buone pratiche in edilizia, RICS, la Sfera, ricoperta da un milione di luci a LED, da sola consuma l’elettricità necessaria per alimentare 21.000 case del Nevada ogni anno.
Recentemente è passato il turno il sindaco di Londra, Sadiq Khan, a cui era stato offerto un secondo progetto analogo. Perché teme l’inquinamento luminoso causato da questo globo scintillante tanto quanto la sua impronta ecologica.
Presentare Cartolina dalla Terra at the Sphere equivale quindi a presentare un omaggio alle foreste vergini nell’auditorium di un’enorme segheria… o a tenere una conferenza internazionale per combattere il riscaldamento globale in un paese autoritario alimentato da un’industria all’origine del problema.
La realtà fa inciampare le buone intenzioni.
E nella realtà azera, l’industria del petrolio e del gas occupa tutto lo spazio. Nel Paese in cui è stato scoperto il primo pozzo di idrocarburi, lo sfruttamento dei combustibili fossili rappresenta un terzo del bilancio pubblico e rappresenta il 90% delle esportazioni.
Il regime in vigore e la compagnia petrolifera nazionale, la SOCAR, sono la stessa cosa. Il presidente Ilham Aliev, che è stato vicepresidente della SOCAR prima di succedere al padre alla guida della repubblica caucasica, ha ora il potere di nominarne il consiglio di amministrazione. E l’attuale manager di questa stessa azienda è al centro dell’organizzazione della COP29.
Tutto ciò, dicono gli esperti, influenza le discussioni che si svolgono a Baku, proprio come è avvenuto a Dubai l’anno scorso o in Egitto due anni fa. Chiediamo al leone di vigilare sulle gazzelle e dimentichiamo che la savana è in fiamme.
Mentre c’è un pianeta da salvare dal surriscaldamento e i paesi emergenti chiedono ai paesi ricchi e inquinanti di mettere sul tavolo dieci volte più soldi per aiutarli a passare alle energie più verdi, questi sono i discorsi del leader azerbaigiano che attirano l’attenzione. Quest’ultimo usa la sua piattaforma internazionale per regolare i conti con la Francia di Emmanuel Macron, che accusa di crimini in Nuova Caledonia. Un bel diversivo.
In linea di principio, la società civile dovrebbe esercitare pressioni affinché la COP29 non partorisca un topo, ma in Azerbaigian il dissenso manda in prigione attivisti e giornalisti, come dimostrato da un rapporto di Human Rights Watch che, all’inizio di ottobre, segnalava “una feroce attacco al dissenso in vista della conferenza sul clima”.
È quindi nella vicina Georgia, anch’essa scossa da un movimento di protesta post-elettorale, che la svedese Greta Thunberg e altri attivisti ambientali hanno organizzato lunedì una manifestazione per denunciare il “greenwashing” e la repressione in corso a Baku.
Un rumore di fondo. Una cartolina in mezzo al deserto.
È un peccato. Le critiche ben sentite rimangono il modo migliore per far avanzare il pianeta. La Sfera offre un esempio. I promotori del progetto di Las Vegas hanno annunciato che intendono utilizzare l’80% dell’energia solare per alimentare la loro controversa sfera di luce.
Ora resta da vedere se questo gesto riguarderà anche la seconda Sfera, che, abbiamo appreso il mese scorso, sarà costruita ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. O se, ancora una volta, la realtà di un regno alimentato dai petrodollari metterà a repentaglio le buone intenzioni.
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