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Gérard Lopez, proprietario dei Girondins de Bordeaux, condannato a 10 mesi di carcere

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I problemi si accumulano per Gérard Lopez. Martedì 12 novembre abbiamo appreso che il Boavista, uno dei club di proprietà dell’imprenditore ispano-lussemburghese, era sull’orlo della liquidazione. Questo mercoledì, l’attuale proprietario dei Girondins de Bordeaux è stato processato davanti al tribunale di Lille nell’ambito di una procedura preliminare di ammissione di colpa (CRPC).

L’assunzione di Karim Saada al centro della sentenza

Secondo La squadra è stato condannato a dieci mesi di reclusione con sospensione della pena e a 45.000 euro di multa “Complicità nell’esercizio abusivo della professione di agente sportivo senza valida licenza e mancata dichiarazione di assunzione di un collaboratore”. Si tratta del caso Karim Saada, assunto a Losc il 1È ottobre 2017, di cui Lopez è stato presidente dal 2017 al 2020, ma regolarizzato solo il 26 marzo 2018. Secondo La squadraSaada è stato condannato anche a 10 mesi di reclusione con sospensione della pena e a 5.000 euro di multa per “esercizio abusivo della professione di procuratore sportivo senza valida licenza”.

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All’udienza erano presenti come parti civili la Federcalcio francese e la Losc. Gérard Lopez dispone ora di dieci giorni per ricorrere in appello contro questa sentenza.

« Siamo soddisfatti oggi dell’accordo raggiunto con la procura di Lille che pone definitivamente fine al procedimento condotto contro il signor Gérard Lopez e porta ad una sentenza dalle conseguenze limitate. mi ha spiegato Pierre de Combles de Nayves, avvocato di Gérard Lopez La squadra. Il fatto che rimanga solo questa procedura residua relativa ad una situazione temporanea, nonostante diversi anni di indagini con numerose ramificazioni – alle quali il signor Lopez ha diligentemente partecipato – dimostra la solidità del suo caso. »

“Il pubblico ministero ha inoltre proposto al giudice di non iscrivere tale condanna nel bollettino n. 2 del casellario giudiziale, autorizzando così il sig. Lopez a continuare la sua attività senza alcuna restrizione, in Francia o all’estero”. mi ha chiarito anche Pierre de Combles de Nayves

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