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Tadej Pogacar-Doping: “Sono sorpreso, ma”… Un ex campione francese racconta le sue sensazioni sulla prestazione del campione sloveno

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l’essenziale
L’anno ciclistico 2024, che volge al termine, è stato segnato dal dominio incontrastato del tre volte vincitore del Tour de .

Aria di crepuscolo, per Romain Bardet. Il ciclista francese, 34 anni, ex maglia gialla del Tour de France (2024) e miglior scalatore della Grande Boucle 2019, si prepara a dare i suoi ultimi colpi di pedale all’interno del gruppo professionistico.

Molto popolare, il nativo di Brioude (Alta Loira) guarda con lucidità all’evoluzione del suo sport, e ha visto la nascita di campioni come Tadej Pogacar, lo sloveno rivelatosi nel 2020, già detentore di tre Tour de France all’età di 26.

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L’anno 2024 sarà stato segnato dal suo timbro: 25 vittorie tra cui il Tour de France, l’Italia, la Lombardia, il titolo di campione del mondo ma anche la Strade Bianche o anche la Liegi-Bastogne-Liegi.

Interrogato da Eurosport, Romain Bardet ha espresso le sue impressioni sull’anno eccezionale di Tadej Pogacar. “Non so cosa rispondere. Lo ignoro. Sinceramente non è la stessa categoria di peso. Sono sorpreso ma, allo stesso tempo, ha messo insieme l’immenso potenziale che abbiamo visto in lui. A quanto pare non l’ha fatto non sa come allenarsi, ora lo sa”, dice Bardet.

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Prosegue: “Mette insieme un potenziale che abbiamo visto negli ultimi anni nei suoi primi due Tour de France che vince nella classe. È così superiore… È difficile da spiegare. Non riesco a far passare molto tempo cercando spiegazioni, pur essendo contemporanei e del settore, abbiamo la sensazione di non essere realmente uno dei suoi avversari.”

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Romain Bardet viene poi interrogato su una pratica, utilizzata in particolare da Pogacar durante l’ultimo Tour de France e dai contorni ancora poco chiari: l’inalazione di monossido di carbonio. “Si sta facendo così tanta ricerca con l’idea di ottimizzazione delle prestazioni… […] Non sorprende che ci siano certi ricercatori, certe squadre, certi giocatori del ciclismo che guardino altrove. Ci sarà sempre il desiderio di cercare vantaggi competitivi”.

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Prima di concludere: “Questi processi sono documentati e spetta ora alle autorità decidere se vietarli o meno, effettuare controlli. È del tutto vano in un mondo così competitivo e con tante questioni economiche credere che questo “It è la buona volontà e l’etica impeccabile dei corridori e delle squadre che consentiranno una sana regolamentazione dell’ambiente. Questo è totalmente illusorio.

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