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Loïc Lapoussin traccia definitivamente una linea con il passato: “Volevo essere presente nel mio giardino”

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Ci si chiede perché il nazionale malgascio si sia ritrovato nel nucleo B per più di quattro mesi. Guardare la sua prestazione domenica non aiuta a rispondere alla domanda, visto che il 28enne esterno sinistro è stato brillante contro la capolista del campionato. Nel giro di una partita ha ritrovato il livello che conoscevamo da lui con Karel Geraerts e Felice Mazzù e che aveva mostrato troppo poco con Alexander Blessin, frustrato da una situazione contrattuale poco affine al suo livello e da una situazione più fredda e con un allenatore che si stancava dei suoi eccessi, delle sue deviazioni e dei suoi ritardi.

Lapoussin che esulta, Sadiki che fa centro, David che segue: gli unionisti sotto la lente d’ingrandimento

Ma se l’Unione è riuscita a firmare la sua partita di riferimento e a sconfiggere il Genk 4-0 domenica, è a Lapoussin che lo deve. Gol al 4′ con un tiro dalla distanza perfetto, il numero 94 ribalta la partita nei minuti di recupero con un’azione in cui trabocca, dribbla, poi crossa per la testa di Promise David, mettendo KO il Racing ancora fermo. nella partita fino ad allora (45°+1, 2-0).

Poco prima aveva già regalato un meraviglioso retropassaggio per Ivanovic, che non aveva previsto il colpo, e che poteva già valere un assist. Anche se nel secondo periodo non ha più compiuto un’azione decisiva, l’ex “squalificato” ha stupito tutti mantenendo il ritmo per novanta minuti, siglando soprattutto una rimonta difensiva dopo l’ottantesimo o avviando dei contropiedi, quando il Genk non ce la faceva più. . Una prestazione di successo che segna definitivamente il suo ritorno dalla porta principale.

“Loïc ha giocato un’ottima partita, dopo quella contro il Mechelen. È merito suo, perché ha lavorato nell’U23ha spiegato Pocognoli. Non lo avrei titolare al Mechelen se non avessi visto che non aveva l’intensità necessaria per allenarsi. Contro la Roma giovedì scorso non è stato convocato, e lì ha due opzioni possibili… e ha lavorato come un matto, anche nel giorno di questa partita europea. Ho un buon rapporto con lui; So come motivarlo”.

Liberato, liberato

“Volevo tornare e dimostrare che avevo le qualità per giocare in questa squadra”spiega il principale interessato, prima di commentare questo gesto firmato dopo il suo gol, in cui ha finto di spezzare le catene che gli tenevano i polsi. “Lapoussin è “liberta”, come diciamo qui. È stato per comunicare con i tifosi e la mia famiglia, che sono davanti alla televisione. Volevo rispondere nel mio giardino e sapevo come farlo.”

A volte indietro in termini di gol e assist, ha preso due piccioni con una fava, questa volta segnando per la prima volta da febbraio. “Inizia una nuova stagione: non bisogna guardare al passatosi tempra. Sono decisivo due volte in due partite. So di essere criticato per non essere abbastanza forte, ma le persone non necessariamente si rendono conto dei miei sforzi difensivi. Detto questo, ci tenevo a essere decisivo qui, al Parc Duden, dopo tutto quello che ho passato negli ultimi mesi. Il pubblico ha cantato il mio nome; Sapevo che mi stava aspettando. E poi, collettivamente, volevo che la squadra vincesse. Era da un po’ che non eravamo bravi nei contenuti ma stavamo raccogliendo davanti alla porta. È una vittoria che fa sentire bene prima della sosta”. Il che fa bene anche a Lapoussin e alla sua squadra. “Win-win”, cioè.

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