Sabato sera per il primo posto ci sarà lo scontro tra Servette e Zurigo a La Praille. Sul piano della Superlega sarà quindi un vertice, ma un vertice piccolo per la realtà del momento. Quindi nessuno, nessun club sembra pronto ad assumere questo ruolo di leadership.
Il che si riflette nei punti segnati: alimentando meno di 2 unità a partita (1,92 nel caso di Zurigo e Lugano), questo non è degno di una leader, riflettendo tanto l’estrema densità del campionato quanto la difficoltà a tenersi all’altezza alle proprie ambizioni, siano esse nascoste o più chiaramente manifestate.
Dispersione delle forze
Appena 1,9 punti a partita è una media al tempo stesso rivelatrice e deludente, se paragonata a quella registrata negli altri campionati europei. Quasi ovunque, ad eccezione dell’Albania (1,75), la media è più alta, a volte anche molto più alta. Senza stilare un inventario esaustivo dei diversi top della classe, bastano alcuni esempi per illustrare tale discrepanza: mentre il PSG (2,6 punti a partita) ha già aperto la strada in Ligue 1 e il Barcellona (2,75) domina la Liga, Il Bayern Monaco (2,55) regna sulla Bundesliga e il PSV Eindhoven (2,72) sull’Olanda. E che dire dell’unico pilota dello Sporting (3.0), che in Portogallo non ha ancora perso un solo punto?
Tutto ciò riflette il destino dei leader che si fanno carico delle loro ambizioni, l’esatto contrario di ciò che accade da noi. A prova della dispersione delle forze presenti, ben sei contendenti (nel disordine Zurigo, Sion, San Gallo, Lugano, Lucerna e Servette), ovvero la metà delle squadre iscritte, hanno già avuto l’onore di gareggiare la sedia del leader. E quasi tutte queste squadre possono ancora sperare di alzare il trofeo la prossima primavera: solo cinque punti separano il Losanna dalla capolista alla quattordicesima giornata.
Dominio di Basilea del 2003
Se nessuna contendente riesce ad emergere è perché nessuna squadra è superiore alle altre, come accadeva normalmente negli ultimi anni, quando prima il Basilea e poi l’YB giocavano in un altro mondo. Il primato in questo ambito resta appannaggio dell’FCB di Christian Gross che, in occasione della creazione della Super League nel 2003, dovette accumulare successi fino a ottenerne tredici consecutivi per un totale di 39 punti, retrocedendo il Servette. , il suo primo inseguitore, a 14 punti, prima di fermarsi a… Aarau (2-2).
Più di due decenni dopo, la situazione è al limite, senza che nessun potenziale candidato abbia il profilo necessario per emergere dalla mischia. Alla lunga questo andrà forse a vantaggio del Servette o del Lugano, o anche del Losanna che, senza necessariamente gridarlo a gran voce, comincia a farsi strada. Chissà che questo tapis roulant al comando possa anche giovare a YB, campione uscente che è sicuramente indietro ma che non ha certo abbandonato l’idea di impegnarsi nella corsa al titolo…
Titolo romanico atteso da 25 anni
Per molti versi, la Super League somiglia sempre più a Hurry Slowly, il famoso gioco da tavolo che ha afflitto diverse generazioni di ragazzi. O per parafrasare Alain Berset, ogni contendente avanza «il più rapidamente possibile ma il più lentamente necessario», secondo la frase cult dell’ex consigliere federale.
Se questa estrema compattezza riesce a soddisfare gli appassionati di suspense, si tratta di un ragazzo intelligente che potrebbe prevedere l’esito del campionato. Non riuscendo a prendere un’opzione decisiva, il vincitore del Servette – Zurigo – se ce n’è uno – segnerà il suo territorio. È già molto.
Se necessario, ricordiamo qui che l’ultimo scudetto vinto da una rappresentativa francofona risale al 1999. Un quarto di secolo dopo, la Svizzera romanda attende ancora il successore del Servette FC. E se fosse stato lui?
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