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Pro D2 – Thomas Hébert (Biarritz): “La palla portata rimette a posto le idee”

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Anche se la sua squadra ha mancato ancora una volta la partenza, la linea della terza ala Thomas Hébert ha preferito ricordare, a fine partita, i cinque punti presi e la qualità dei palloni portati dal Biarritz, grande vincitore del Nevers (43-14).

Thomas, stasera sei tornato alle gare. Qual è la tua prima reazione?
Sono felice, perché sono due mesi che non mi sento fermo, dopo l’infortunio alla caviglia durante la partita di Béziers. Avevo fame di rugby e quando finisce così è ancora più bello.

Il BO ha vinto una partita iniziata male, subendo una meta nel primo minuto…
Abbiamo dei protocolli per provare a tornare al punteggio. In questi momenti devi calmarti per andare avanti, ma devi cancellare questi inizi, perché li ripetiamo. Le squadre faranno affidamento su questo ed è normale. Dobbiamo fermare l’emorragia causata da questi attacchi. In una partita del genere non influisce, ma a Montauban o Soyaux, alla fine, ci rendiamo conto che mancano dei punti.

Quali sono le ragioni tecniche di queste mancate partenze?
Non penso che siano dovuti a una mancanza di impegno. È una responsabilità sia individuale che collettiva. C’è un fattore scatenante mentale. Penso che ci sia un riscaldamento da fare prima della partita. Dobbiamo provare a lavorarci. Questa è una cosa da cancellare, perché alla fine può costarci caro, ma per rispondere alla domanda, penso che sia soprattutto una storia mentale.

È una mancanza di attenzione?
Potrebbe essere una cattiva comunicazione, un contrasto mancato. Queste sono scorie che ci fanno compiere tentativi un po’ stupidi. C’è una palla graffiata, nessuno è corto e facciamo questa meta. Questi sono i punti assegnati. Oggi prendiamo il bonus offensivo, quindi il lavoro è fatto, ma dei quattordici punti presi penso che avremmo potuto prenderne meno.

Cosa ne pensi dei tuoi palloncini?
Li lavoriamo duro durante la settimana. Rémi Bonfils ci fornisce molte chiavi per avanzare attraverso i maul. È piacevole. In partita, quando si avanza su un maul, rassicura, rimette a fuoco la squadra, rimette a posto la testa. Questa sera ci proviamo e, dietro, ne segnamo uno su palla portata. Rimette a posto le idee e fa dubitare l’avversario. È importante.

Non hai concesso un solo punto nel secondo tempo. E’ questa l’altra soddisfazione della serata?
SÌ. L’intervallo serve a sistemare le piccole cose che sono mancate nel primo tempo. Questo è quello che abbiamo fatto bene.

Qual è stato il discorso al fischio finale?
Siamo soddisfatti, perché resta Nevers, che non è una piccola squadra Pro D2. Mette molta aggressività e impegno nelle ruck. È bello fare del male ad una squadra così. Poi c’è un po’ di frustrazione, perché ci sono punti che non dobbiamo concedere, ma i cinque punti presi ce lo fanno un po’ dimenticare.

Hai giocato 70 minuti. Come ti è sembrata questa copertina?
All’intervallo Boris mi ha chiesto come stavo. Mi sono sentito molto bene. E’ vero che nel primo tempo avevamo poco da difendere perché abbiamo fatto tentativi di prima mano quando non avevamo palla. Avevo buone gambe, quindi Boris mi ha lasciato continuare. Anche nel secondo tempo sono stato bravo. Sono felice, tutto ha retto. Ho fatto del mio meglio per rassicurarmi. È fatto. Tanto meglio.

E avevi diritto ad una piccola ovazione…
Mathieu Acebes è uscito contemporaneamente a me. Non so se fosse per lui o per me (ride).

Hai difficoltà a trovare regolarità nei risultati di questo blocco. È importante che il leader sia nuovamente co-leader?
Certo, questo è rassicurante! Dopo la partita della settimana scorsa contro il Soyaux, non dico che ci fossero dei dubbi, ma dopo una partita fallita come quella, viene da chiedersi dove si è sbagliato. Lì, almeno, siamo sicuri delle nostre forze e dovremo continuare su questa strada, definendo le nostre partenze.

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