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Paul, ciclista e attivista assassinato sulla strada Un ciclista assassinato

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Articolo pubblicato Mercoledì 16 ottobre 2024 alle 21:59
e aggiornato alle 22:00.

Questo martedì 15 ottobre 2024 a Parigi, alla fine della giornata. Paul, 27 anni, viene ucciso da un automobilista. Paul era come tutti noi, tutti noi. Stava pedalando. Come alcuni ciclisti, aveva deciso di fare campagna elettorale all’interno di un’associazione dedicata. Con l’idea di dare più spazio alla bicicletta nelle nostre città. Per ottenere più rispetto e considerazione da parte degli automobilisti. Anche per le decisioni politiche.

Pedalare per una città pacifica

Si chiamava Paul, pedalava. Un giovane, che certamente vedeva in questo mezzo di trasporto molto più di un semplice mezzo per spostarsi. Possiamo immaginare che per Paul il ciclismo fosse un modo diverso di esplorare la città. Un bel modo per attraversarlo, per condividerlo, per tutelarlo, per rispettarlo. In poche parole, un ottimo modo per vivere la città.

Ma questo martedì sera Paul ha perso la vita durante il suo viaggio. Era in bicicletta. Sarebbe stato deliberatamente investito da un automobilista arrabbiato. Questo padre non avrebbe potuto tollerare che Paul toccasse la sua macchina. Forse non avrebbe tollerato che Paul gli si opponesse. Non siamo interessati alle circostanze esatte. Leggiamo spesso sulla stampa “il banale alterco si trasformò in una tragedia“. Sulla strada, in città, nessun alterco deve trasformarsi in tragedia. Mai. Paul non c’è più ed è una tragedia.

Attivista combattente

Tutte le cause difese sono una lotta. Certe cause, come più spazio per il ciclismo, più rispetto e considerazione per i ciclisti, non dovrebbero mai essere pagate a prezzo della propria vita. Qui a Weelz crediamo che fare una campagna per il ciclismo sia una campagna per la vita. Essere un attivista del ciclismo significa donare te stesso, il tuo tempo, il tuo buon umore, la tua competenza. Paul probabilmente stava facendo una campagna affinché ciò che gli era successo non accadesse mai. L’attivismo non dovrebbe mai significare perdere la vita.

A Paul e a tutti gli attivisti

Esistono tanti modi per fare campagna elettorale quanti sono i ciclisti. Oggi il ciclismo è attivismo. Sogniamo questo giorno in cui il ciclismo sarà solo un momento di piacere, gioia e vita. Lo diventerà, ne siamo certi, grazie al lavoro, tra gli altri, di Paolo e di tutti i suoi attivisti. Oggi il nostro pensiero va a Paolo, ai suoi cari, alla sua famiglia. Si rivolgono anche a tutti i membri di Paris en Selle. Pensiamo a tutte le persone che in un modo o nell’altro donano il loro tempo e le loro energie per fare più spazio alla bicicletta, un oggetto semplice. Per una vita tranquilla!

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