Maxime Delanghe è in buona forma con il Cercle. Ripensa al suo inizio atipico di carriera.
Dopo l’infortunio di Warleson, Maxime Delanghe si è distinto nei gol del Cercle, soprattutto con alcune parate di cui si è parlato in Conference League. Intervistato dalla RTBF, ripercorre la sua carriera, in particolare la sua formazione all’Anderlecht fino all’età di 16 anni.
“Ho trascorso 11 anni Anderlechtdove ho avuto a che fare con giocatori come Yari Verschaeren, che è un mio caro amico, Theo Leoni, Jérémy Doku e Francis Amuzu. Ai tempi di René Weiler ho fatto anche degli allenamenti con il nucleo A, perché diversi portieri si erano infortunati o erano rimasti in nazionale”, ricorda.
Delanghe aveva tutto per lui al Neerpede, ma è comunque partito per il PSV: “All’epoca avrei potuto anche firmare un contratto professionale a lungo termine con l’Anderlecht! Ma sentivo che dovevo uscire dalla mia zona di comfort: Neerpede, avevo gli stessi allenatori da anni e volevo conoscere altri metodi.”
Il PSV e il ritorno in Belgio
Il nativo di Halle è rimasto sei anni a Eindhoven, lavorando al fianco di allenatori come Ruud Van Nistelrooy e Mark Van Bommel : “Lì ho fatto molti progressi nel gioco dei calci, mentre al Neerpede i portieri tiravano piuttosto lunghi. Ho avuto anche un’offerta dal Manchester United: sono andato due volte a trovare mio padre, ma giudicavo che il progetto del PSV fosse giusto”. Meglio.”
All’ombra del fenomeno generazionale Mile Svilar all’Anderlecht, all’ombra di Warleson al Cercle, Delanghe ha dovuto pazientare. La sua stagione al Lierse lo ha aiutato a ristabilirsi in Belgio, gli ci sono volute comunque 40 partite per giocare i suoi primi minuti con la Cerchio. Ma ora che ha conquistato il suo posto, non vuole più lasciarlo. Anche se i cinque gol subiti contro… l’Anderlecht due mesi fa fanno male.