I tifosi dell’Anderlecht hanno un nuovo favorito: Jan-Carlo Simic. I discorsi sul Dna del club sono frequenti, ma ecco un “guerriero” che riporta alla mente altri ricordi.
Jan-Carlo Simic al suo arrivo aveva impressionato per due cose: l’enorme fiducia in se stesso, che gli deriva dalla sua formazione al Milan, e il fisico da taglialegna. Lontano dall’idea che magari abbiamo di un difensore dell’Anderlecht, ma quella che avevano in passato alcuni beniamini del Lotto Park.
Ovviamente Simic non è Vincent Kompany, Hannu Tihinen o Zeno Debast. Simic è un vero trascinatore, che attira gli applausi del pubblico più per i suoi contrasti e gli interventi rabbiosi che per i dribbling effettuati nella sua area.
Brian Riemer, tuttavia, ha subito dichiarato che non dovremmo aspettarci troppo dal giovane serbo per guidare da solo la difesa nella sua prima stagione completa con la A. Si sbagliava: con David Hubert, Simic è diventato molto più un leader che il suo amico Zanka, 15 anni più grande di lui.
Il “nuovo Wasyl”? Non proprio
Il Lotto Park non sbaglia: dopo il fischio finale, contro il Beerschot, il suo nome è stato scandito dal kop. Lo stesso Simic rimase piuttosto sorpreso; noi no. Ha il cuore e la personalità che piacciono all’Anderlecht, a prescindere dai discorsi di “Noblesse Oblige”.
E fuori dal campo, Jan-Carlo Simic non è un truffatore, ma piuttosto un gentiluomo: in zona mista è stato lui a riferire al responsabile stampa che una ragazzina sperava di fare una foto con Anders Dreyer. Un gesto discreto ma che significa molto. Lì è un po’ diverso da Wasyl, più ruvido e che non si presentava spesso davanti alla stampa.
La ciliegina sulla torta è il fatto che Simic è costato solo 3 milioni di euro. Una sorta di regalo d’addio di Jesper Fredberg, che dovrebbe ripagare molto quando se ne andrà tra qualche anno…