“Perfetto in difesa, decisivo in contropiede”: Olivier Magne analizza pregi e difetti del XV francese

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Tre vittorie in tre partite. Una nuova generazione sta emergendo… La serie autunnale è uno dei primi pezzi del puzzle che porterà la squadra francese verso il suo nuovo obiettivo, la Coppa del Mondo in Australia, nel 2027. Olivier Magne, l L’ex nazionale, finalista Mondiale del 1999, fa il punto sull’inizio di questo viaggio.

Guardando indietro, quali conclusioni possiamo trarre da questa serie autunnale?

I risultati sono ovviamente positivi perché non è mai facile vincere tre prove di fila. Poi bisogna mettere in prospettiva anche i punti deboli di questa squadra giapponese. Questa prima partita è stata soprattutto un buon inizio per il XV francese, che ha affrontato prima gli All Blacks e poi gli argentini Pumas.

Questi due incontri hanno permesso alla squadra francese di consolidare i propri progressi e la propria capacità di rispondere ai massimi livelli. C’è grande soddisfazione da parte dei giocatori che hanno partecipato a questa serie. Nel complesso, ci sono molti aspetti positivi.

Tra questi nuovi giocatori testati, quali hanno segnato punti?

Ho apprezzato la seconda fila con Emmanuel Meafou che muoveva i primi passi. In terza linea, Paul Boudehent ha un’impressionante capacità di sequenziare i compiti. E’ però un giocatore che deve progredire nella sua capacità di creare.

Dietro, Théo Attissogbe, anche lui all’esordio, si rivela molto interessante, anche se la concorrenza è piuttosto agguerrita nella sua posizione. Anche Léo Barré e Romain Buros hanno segnato punti. Tutte le posizioni sono ormai praticamente raddoppiate in questa squadra. L’unica incertezza sono i centri dove, al momento, non sono molto entusiasta.

E Louis Bielle-Biarrey, quali progressi sono stati fatti dai Mondiali del 2023?

Ha una fenomenale capacità di adattamento e un’incredibile intelligenza situazionale. Ha questa caratteristica molto personale di giocare alle spalle dell’avversario con il suo gioco di calci. Identifica rapidamente le situazioni che gli sono favorevoli. È anche un ottimo difensore con una vera mentalità in questo settore. Quando Damian Penaud tornerà, dovrebbe far male con due ali di questo livello.

Nelle ultime due partite, sia contro i Blacks che contro i Pumas, quale match può servire da riferimento?

Più che la vittoria contro la Nuova Zelanda, è l’ultimo confronto contro l’Argentina ad essere davvero interessante. Giocare contro i Pumas non è mai facile. Sappiamo che sono capaci di prestazioni folgoranti, ma anche di incoerenze. Contro squadre del genere non è mai facile sapere cosa aspettarsi.

Questo incontro ha dimostrato che la squadra francese ha la capacità di adattarsi a questo tipo di circostanze. L’adattamento è ovviamente una cosa molto importante quando si gioca ad altissimo livello. I Blues sanno contare su diversi registri di gioco. Quello che ha risaltato è che sono molto efficaci in difesa e decisivi in ​​contropiede.

“Il passaggio dalla difesa all’attacco offre occasioni di gioco alla squadra, che sa ribattere molto velocemente. »

Questa grande difesa si nutre molto di falli avversari ma meno di buoni graffi. Cosa ne pensi?

Il passaggio dalla difesa all’attacco offre occasioni di gioco alla squadra, che sa contrattaccare molto velocemente. In questo momentaneo squilibrio, la Francia riesce a giocare molto bene questi palloni. Sono sempre i migliori con cui giocare. Ma è necessario anche conoscere lanci di gioco che permettano di insidiare l’avversario. Penso che il progresso dei Blues debba passare attraverso una certa padronanza del loro gioco offensivo.

Possesso o espropriazione sono termini di moda. Cosa dobbiamo capire?

Questi sono i termini usati da Fabien Galthié. Per me l’espropriazione non ha senso nella misura in cui non espropriamo la palla per il solo piacere di restituirla all’avversario. L’idea della separazione è quella di fare pressione sul campo opposto. Attraverso questo gioco di calci, c’è l’idea di esercitare una pressione permanente per poter sfruttare i propri punti di forza: recuperare palla e contrattaccare.

In questa recensione del gioco francese ci sono dei punti negativi, cose che secondo te hanno funzionato meno bene?

Ho scoperto che c’era un po’ di incoerenza nelle mischie. Vediamo che non è facile, visti i tanti cambiamenti, trovare una base comoda per i lanci. C’è anche la zona della tastiera che potrebbe essere migliorata. Sui lanci di gioco e su questa capacità di tenere palla in fase offensiva, infine, c’è ancora da lavorare.

Questo team deve creare più parametri di riferimento per soddisfare tutti i requisiti di alto livello. Ci saranno inevitabilmente incontri in cui sarà obbligata a tenere la palla in modo rilevante. Per sapere come farlo, devi lavorarci sopra.

Parliamo del futuro. Thomas Ramos o Romain Ntamack, chi dovrebbe essere il primo giocatore del Sei Nazioni?

Infatti quello che vedo è che siamo fortunati ad avere due giocatori con qualità diverse. Ramos ha questa compostezza, questa capacità di condurre strategicamente la partita ed essere lucido nelle sue decisioni. A ciò si aggiungono le sue qualità di animatore e il suo legame con Antoine Dupont.

È un ragazzo molto riflessivo ma meno istintivo di Romain Ntamack, che forse ha più creatività nel suo gioco e capacità di giocare per se stesso. Ntamack è un mix tra Jalibert e Ramos. Per la squadra francese, infatti, è una fantastica opportunità, a seconda della squadra affrontata e della strategia, avere due giocatori di questo livello.

Manca poco più di un mese al Torneo delle Sei Nazioni. Cosa dobbiamo sperare?

Con tre trasferte, di cui due in Irlanda e Inghilterra, mi piacerebbe vedere come si acclimaterà la squadra a seconda delle condizioni meteo che potrebbero essere particolari in questo periodo dell’anno. Mi piacerebbe anche vedere come l’Irlanda o l’Inghilterra hanno studiato il gioco di contropiede dei Blues. Per quest’ultimo saranno ottimi test per fare un altro passo avanti.

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