MOTSEPE AL CAF: IL GRANDE DISAGIO

MOTSEPE AL CAF: IL GRANDE DISAGIO
MOTSEPE AL CAF: IL GRANDE DISAGIO
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(Sene Plus) – Un’indagine di Jeune Afrique (JA) solleva il velo sul governo atipico di Patrice Motsepe a capo della Confederazione del africano (CAF), rivelando uno stile di presidenza distante e una gestione finanziaria preoccupante che solleva molti interrogativi all’interno Calcio africano.

Eletto nel marzo 2021 dopo intense pressioni da parte del presidente della FIFA Gianni Infantino, che hanno portato al ritiro di numerosi candidati forti, Patrice Motsepe ha rapidamente segnato la sua differenza rispetto ai suoi predecessori. Quarta fortuna del Sudafrica e primo miliardario nero del Paese, l’uomo d’affari coltiva un’insolita distanza dall’istituzione che dirige.

Questa distanza si manifesta anche nelle sue abitudini quotidiane. Come riferisce Jeune Afrique, “viaggia con la propria sicurezza, il proprio aereo e, persino, le proprie bottiglie d’acqua”. Con sede a Johannesburg, fa solo rare apparizioni alla sede della CAF al Cairo, solo “per poche ore, il tempo di partecipare alle riunioni in cui la sua presenza è strettamente necessaria”.

Anche il suo stile comunicativo è intrigante. Secondo le testimonianze raccolte dalla rivista, chi ha lavorato con lui descrive “uno strano presidente che parla molto nelle conferenze stampa senza rispondere alle domande”, con risposte contorte che potrebbero mascherare una scarsa conoscenza dei dossier.

Un episodio particolare, raccontato da JA, illustra la singolarità della sua presidenza. Il 21 dicembre 2021, poche settimane prima della CAN in Camerun, Motsepe ha aspettato nella sua suite presidenziale all’hotel Hilton di Yaoundé una rara udienza con il presidente Paul Biya. Questo incontro, frutto di intense trattative, mostra come il miliardario sudafricano, abituato alle più alte sfere del potere economico, debba talvolta confrontarsi con le realtà politiche africane.

Gestione finanziaria allarmante

Dall’indagine emerge una situazione finanziaria preoccupante. Un rapporto della CAF Audit and Compliance Commission, consultato da Jeune Afrique, mostra una perdita di 16 milioni di dollari per l’anno finanziario terminato il 30 giugno 2023. Queste perdite, suddivise tra varie voci tra cui “costi tecnici non assegnati” e “spese che dovrebbero essere contabilizzato e registrato”, portando il deficit totale a 25 milioni di dollari per l’anno 2022-2023.

Al centro di questa turbolenza c’è il segretario generale della CAF, Véron Mosengo-Omba, la cui onnipresenza solleva interrogativi. Vicino a Gianni Infantino, questo svizzero-congolese che dice di essere fuggito dallo Zaire di Mobutu negli anni ’80 regna sovrano al Cairo. Come sottolinea un dirigente del calcio africano citato da JA: “Il vero problema della Confederazione non è Motsepe ma Mosengo”.

La presunta interferenza di Mosengo-Omba nel processo di audit ha particolarmente allertato la commissione di controllo. Secondo i documenti consultati da Jeune Afrique, avrebbe tentato di interferire nella procedura in corso, arrivando addirittura a incaricare una società esterna di effettuare un “controllo nel controllo”, anche se sulla scomparsa dei 16 erano in corso un’indagine milioni di dollari.

Ambizioni politiche sottostanti?

Le vere motivazioni di Motsepe sollevano interrogativi. Una fonte vicina alla vicenda ha confidato a Jeune Afrique: “Tutti dicevano che Motsepe era venuto alla CAF perché aveva bisogno di affermarsi come candidato alla presidenza per succedere a suo cognato Cyril Ramaphosa”. Sebbene quest’ultimo sia stato poi rieletto, la questione delle ambizioni di Motsepe rimane irrisolta.

Nonostante queste polemiche, il 25 ottobre Patrice Motsepe ha formalizzato la sua candidatura per un secondo mandato. Mentre l’egiziano Hany Abo Rida viene indicato come possibile sfidante, il presidente uscente dovrà rendere conto alle federazioni africane e ai dipendenti della CAF.

Di fronte alle critiche, Motsepe cerca di rassicurare. In particolare, ha garantito davanti al comitato esecutivo che la commissione di audit avrebbe potuto svolgere le sue indagini senza “paure o favoritismi”. Tuttavia, i suoi gesti sembrano contraddire le sue parole: il 22 ottobre, durante la 46esima assemblea ordinaria della Confederazione ad Addis Abeba, ha approvato il contestato rapporto finanziario per il 2022-2023.

L’ufficio del segretario generale, interrogato sulle discrepanze nelle cifre, mantiene la sua posizione, affermando che “la relazione finanziaria per l’anno 2022-2023 è stata approvata dai revisori della CAF, Ernst and Young, dalla commissione finanziaria nonché dalla commissione finanziaria 46a Assemblea Generale Ordinaria della CAF.”

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