Venerdì 29 novembre, ore 21:10, presso il tribunale penale di Parigi. Fuori è scesa la notte diverse ore fa. I corridoi dell'imponente torre situata nel 17° arrondissement sono stati svuotati.
Si è appena conclusa, dieci ore fa, nella sala 2.03, l'udienza di Roushdane, uno dei sei imputati del processo Pogba comparsi per aver tentato con diversi mezzi, nel 2022, di estorcere 13 milioni di euro al campione del mondo francese dopo la ripresa dei dibattiti.
Protesta pubblica
Non abbastanza visibilmente per il presidente, che decide di proseguire con l'attesissima udienza di Mathias, fratello della stella dei Blues e unico protagonista a non essere ancora stato ascoltato. “Bene, signor Pogba, ora potremo sentirla”.
In poche parole, il presidente ha appena risvegliato una camera da letto alle 3,30 del mattino da un interrogatorio molto confuso che ha suscitato l'indignazione pubblica, soprattutto tra gli avvocati della difesa.
A cominciare dal primo interessato, Maître Mbeko Tabula, consigliere di Mathias Pogba. “Signora Presidente. Come possiamo, nella terra dei diritti umani, ascoltare qualcuno in queste condizioni? Rischia il carcere. Sta giocando d'azzardo con la sua vita. Qui non siamo in Cina”supplica. Interrogato, il suo cliente ha dichiarato di non essere in condizioni di essere interrogato nonostante avesse ascoltato, senza batter ciglio, i dibattiti per quattro giorni.
Problema logistico
Anche il maître Carine Piccio, avvocato di Paul Pogba e quindi parte civile, chiede la sospensione dell'udienza. Dopo essersi ritirata per discuterne con i suoi assessori, la presidente ha finalmente accolto la richiesta. Sono le 21.40, manda via tutti e rinvia l'udienza di Mathias Pogba a martedì 3 dicembre, ore 9.30, ultimo giorno previsto del processo. Ovviamente comprendiamo che questa sola giornata non sarà sufficiente e ora sorgerà un problema logistico per continuare oltre. Quando ? “Mercoledì, giovedì o la settimana dopo”osa il presidente.
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Si ricorda che Mathias Pogba è comparso per “tentata estorsione” e “associazione per delinquere”. I giudici lo accusano di aver fatto pressioni su Paul e sulla sua famiglia affinché pagassero la somma richiesta dai rapinatori. Rischia cinque anni di carcere e resta presunto innocente.