Giocavamo da 85 minuti a Düsseldorf (Germania) e le cose cominciavano a puzzare davvero male per la squadra di calcio francese, impantanata in un’inefficienza cronica. Diciassette tiri si sono aggiunti alla serie di occasioni sprecate dagli azzurri dall’inizio di Euro 2024, e ogni nuovo tentativo sembrava destinato solo ad aggiungersi a questo bilancio frustrante, sinonimo di goffaggine e fatica sprecata.
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La strada ha portato dritta ai tempi supplementari, e forse ai rigori, in questo ottavo di finale contro un Belgio solido, poco pericoloso, ma che sembrava averne tenuto qualcuno sotto controllo.
E poi lo scenario ha preso una svolta grazie a un attore inaspettato, un giocatore criticato durante tutta la sua stagione parigina, ma al quale l’allenatore, Didier Deschamps, non ha mai tolto la sua fiducia: Randal Kolo Muani. Servito da N’Golo Kante dopo un’offensiva avviata da Théo Hernandez, l’attaccante, entrato nella ripresa, è riuscito a colpire. Il tiro viene deviato in gabbia dal difensore belga Jan Vertonghen, e i Blues passano in vantaggio decisivo (1-0, 85′)e), aprendo la strada ai quarti di finale. Affronteranno i portoghesi venerdì ad Amburgo (alle 21) per un remake della finale di Euro 2016.
Un’inefficienza che perseguita i francesi
Il capocannoniere francese in questa competizione non è quindi Kylian Mbappé, autore di una rete (su rigore) contro la Polonia, ma “CSC”, alias “contro il suo gruppo”, essendo Vertonghen succeduto al difensore austriaco Maximilian Wöber, che aveva così ” segnato” per i Blues durante la loro prima partita. Ciò dimostra quanto gli attaccanti francesi stiano faticando in questo torneo, e questo incontro contro il Belgio non ha fatto eccezione. “A noi basta l’1-0, afferma il centrocampista Adrien Rabiot. Sappiamo che ne basterà uno solo da mettere in fondo. Se è così fino alla fine per noi va bene. »
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In una partita dominata dalla Francia (56% di possesso palla), Antoine Griezmann, Kylian Mbappé, Aurélien Tchouaméni o Marcus Thuram hanno spesso tentato la fortuna, con un numero terribilmente basso di tiri in porta – due –. “La cosa più importante è che non rimanga nella testa dei ragazzi”, il capitano francese aveva insistito il giorno prima su questa inefficienza che perseguita i francesi.
Ma il dubbio sembra essere penetrato nei cervelli, sconvolgendo i cursori della precisione e del dosaggio, e mandando i palloncini spesso in alto, a volte di lato. Anche Kolo Muani non è riuscito a centrare il bersaglio, ma il suo tiro ha comunque ingannato Koen Casteels, grazie a “CSC”. Una vendetta per chi, all’ultimo minuto del prolungamento della finale dei Mondiali del 2022, avrebbe potuto offrire l’incoronazione alla Francia. Diciotto mesi decisivi dopo, ha l’opportunità di iniziare un nuovo capitolo.
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