Formula 1 | Il sublime fallimento di Charles Leclerc in qualifica

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È passato troppo tempo per i nostri gusti dall’ultima volta che abbiamo parlato della Ferrari. Dopo l’odiosa vittoria di Charles Leclerc a Monaco, una serie di sfortune si sono impadronite della Scuderia. Nuovo episodio: la pit lane del Red Bull Ring.

Dopo che il motore di Isack Hadjar era andato in fumo nelle qualifiche della Formula 2, il Red Bull Ring ci ha regalato un’altra bella sconfitta. Questa volta in Formula 1. Siamo nella Q3 delle qualifiche sprint e tutte le squadre decidono di concedere ai propri piloti solo un giro per completare i loro tempi. E, naturalmente, tutti gli ingegneri optano per la stessa strategia, che fa sì che dieci piloti partano contemporaneamente, a soli 2 minuti dalla fine. Inoltre, la circonvallazione esterna parigina il venerdì alle 18 è spazzatura.

Charles Leclerc e il guasto nel momento peggiore

I piloti ormai non hanno più tempo e non devono perdere un secondo. Logico quindi che la Ferrari di Charles Leclerc decida di dare il massimo. Il monegasco ha perso potenza ed è stato costretto a spostarsi di lato in pit lane. Poi, per miracolo, la macchina riparte. Ma durante questo periodo l’orologio non si è fermato. Leclerc ha poco più di un minuto per compiere il suo giro d’uscita e tagliare il traguardo prima della bandiera a scacchi. Una corsa contro il tempo è appena iniziata.

Leclerc compie un giro d’uscita senza essere molto lontano dall’illuminare i settori viola. Di solito questo giro dovrebbe mettere le gomme alla temperatura ottimale, invece Charles praticamente infligge un giro da Q3 alle sue gomme. Una dirigenza massacrata brillantemente, ma di cui il monegasco non c’entra nulla. Ancora più fastidioso si potrebbe dire. Leclerc insegue il secondo, e da lì in poi si pone un solo interrogativo; riuscirà a evitare la bandiera a scacchi? Smettiamo di prendere in giro: no. Per due brevi secondi. Ho tossito per questo.

Ma allora, qual è questo problema che ha rovinato la qualificazione di Charles Leclerc? Stai morendo dalla voglia di conoscere la risposta? Beh, non lo saprai. Per il semplice motivo che anche il pilota e il suo ingegnere non riescono a mettersi d’accordo sull’origine del problema. Non sappiamo voi, ma non vediamo l’ora che arrivi la gara sprint di domani.

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