Guinea ha avviato una battaglia legale contro Tanzania per concorrere al biglietto di qualificazione per la prossima edizione di la Coppa d’Africa (CAN 2024).
Picchiato a terra davanti le « Stelle del Kilimangiaro », il “Syli Nazionale” ha presentato ricorso al la Confederazione del Calcio africano (CAF) per contestare la squalifica del giocatore tanzaniano Muhammad Ibrahim Amecolpevole di aver indossato il numero (26) che non corrisponde al numero scritto sul referto (24).
Per avere un’idea più chiara del verdetto atteso dall’organo di governo del calcio africano, «Africa dei piedi» ha chiesto l’avvocato tunisino Mohamed Touatispecializzato in diritto sportivo, che ha la gentilezza di commentare la questione.
Il verdetto dell’avvocato!
Non credo che questo errore relativo al numero di maglia possa essere considerato un grave errore amministrativo, tanto più che la Federazione Internazionale di Calcio (FIFA) raccomanda alle varie Federazioni Continentali di prendere in considerazione il grado di influenza sull’esito delle incontro.
In questo caso, il giocatore tanzaniano in questione non ha segnato un gol né ha preso un cartellino giallo per parlare di una possibile influenza sul destino di questo incontro.
Si ricorda inoltre che l’arbitro è considerato unico responsabile del resoconto della gara e si assume la piena responsabilità per eventuali errate registrazioni sullo stesso. Prima del calcio d’inizio di ogni incontro, l’arbitro è tenuto a controllare le licenze, i volti dei giocatori ed i numeri di maglia. Si assume la responsabilità per qualsiasi anomalia successivamente riscontrata.
Credo che la colpa sia soprattutto dell’“arbitro” che ha sbagliato a inserire la cronaca della partita. Da lì in poi, la Tanzania non può essere accusata di grave negligenza amministrativa, quindi il risultato della partita non può essere messo in discussione.
Senegal