L’ex ciclista francese Marion Sicot (32 anni), risultato positivo all’EPO nel 2019 e sospeso per quattro anni nel marzo 2022, sarà processato mercoledì davanti al tribunale di Montargis (Loiret), in particolare per possesso e importazione di prodotti dopanti.
Marion Sicot sarà giudicata in particolare “per atti di importazione e detenzione di prodotti dopanti”, in particolare di eritropoietina, dichiarati al pubblico ministero di Montargis Jean-Cédric Gaux.
Risultato positivo all’EPO nel giugno 2019 durante i Campionati francesi su strada, l’atleta è stato sospeso per due anni, pena aumentata a quattro anni dal Consiglio di Stato dopo un procedimento durato quasi tre anni.
Pubblicamente, l’ex ciclista, ora convertito al triatleta, ha ammesso di essersi sottoposto a un’iniezione di EPO solo nel 2019. Ma secondo le indagini sono stati rivelati fatti dal 2016 al 2019 che hanno portato alla sua convocazione in tribunale.
Dopo aver inizialmente smentito i fatti a seguito del controllo, ha ammesso di essersi iniettata il prodotto tre giorni prima della gara, nella speranza di fare una buona prestazione e riconquistare la fiducia del suo manager, il belga Marc Bracke, del team Doltcini-Van Eyck. Aveva descritto un fenomeno di “controllo” di questi ultimi, dal quale sperava di staccarsi ottenendo un buon risultato.
Marion Sicot aveva raccontato la storia, in particolare nel suo libro intitolato “Harassed, doped but back!” e pubblicata nel 2021, dopo essere stata esclusa dalla sua squadra nella primavera del 2019 per aver smesso di inviare a Marc Bracke foto di se stessa in biancheria intima.
“Voltare pagina”
Ma la denuncia della ciclista per molestie sessuali nei confronti del suo ex manager è stata respinta nell’agosto 2022. Marc Bracke, sospeso per tre anni dall’UCI in relazione a questa vicenda, si è suicidato l’ottobre successivo all’età di 53 anni.
L’atleta, che aveva indicato sul suo account Instagram di essere tornata alle competizioni a marzo dopo la sua sospensione, è ora tesserata dal club di triathlon di Châteauroux e desidera, grazie alla prova, “voltare pagina”.
“È la procedura logica”, ha reagito a settembre al quotidiano regionale “Le Télégramme”. “Ho pagato con la giustizia sportiva, credo con il massimo della pena. Ho dovuto anche pagare penalmente”.
“So che rischio la pena detentiva con sospensione della pena e una multa, ma per il mio avvocato nessuna pena detentiva. A nessuno piace andare in tribunale, ma non ho scelta. Dopodiché potrò davvero voltare pagina”, ha detto.
L’avvocato di Marion Sicot non ha voluto comunicare prima del processo, che inizierà alle 13.30 davanti al tribunale penale di Montargis.
Nel corso dell’udienza verranno giudicati anche “un conoscente” dell’ex ciclista, che l’avrebbe aiutata a somministrare i prodotti, e un medico, sospettato di aver rilasciato illegalmente prescrizioni allo scopo di prescrivere farmaci. Quest’ultimo contesta i fatti, secondo l’accusa.
I tre imputati rischiano fino a cinque anni di carcere e una multa di 75.000 euro.
(afp)