82 vittorie in Coppa del Mondo, quattro grandi sfere di cristallo, sedici piccole sfere, un titolo olimpico, ma a Lindsey Vonn torna la voglia di vincere. Leggenda dello sci alpino, l’americana ha annunciato, giovedì 14 novembre, il suo desiderio di tornare sul circuito, cinque anni dopo il ritiro. Un ritorno che inevitabilmente ricorda quello di Marcel Hirscher, ma che sorprende Luc Alphand, vincitore della classifica generale della Coppa del Mondo nel 1997.
Franceinfo: sport: A 40 anni, dopo l’intervento al ginocchio, cosa possiamo aspettarci dal ritorno di Lindsey Vonn?
Luca Alphand: Innanzitutto, sono sorpreso. Provo a guardare la psicologia di questa decisione e ci chiediamo cosa potrebbe mancare, come Marcel Hirscher. Hanno conosciuto la gloria e deve mancare loro qualcosa. Entrambi si fermarono per cinque anni, ma Marcel rimase in contatto con lo sci più di Lindsey. Beneficerà del nuovo regolamento FIS che consente agli ex campioni di rientrare facendoli partire 31esimi. Ma la velocità è una disciplina rischiosa, le sue ginocchia sono già piuttosto colpite ed è stata operata. E in questa disciplina, se vuoi vincere, devi attaccare. Quindi non capisco davvero. Inoltre ha un lato da star, tutto funziona per lei. Tornare 25esimo non serve a nulla, ci sono rischi di infortuni e di reputazione. Ma deve mancargli l’adrenalina.
Il ritorno alle gare di velocità dopo cinque anni lontano dai circuiti può generare apprensione?
Sono meno preoccupato perché hai l’attenzione, la voglia di andare forte, anche questa capacità di divertirti. D’altra parte non hai le stesse cosce. Per uno sciatore gli ammortizzatori sono le gambe, c’è la preparazione fisica che è molto importante. 40 anni sono troppo vecchi? Bisogna chiederlo a Johan Clarey che ha lasciato a 41 anni.
Riuscirà a trovare posto nella nuova generazione di sciatori?
Vedremo presto che ha le qualità, o almeno le aveva, e tu le mantieni. Ma è sulla parte fisica e sull’impegno che sorgono le domande, ci vuole tempo per prendere confidenza sugli sci. Ha corso con Lara Gut, Sofia Goggia, ma queste ragazze sono rimaste lì, c’è sempre questo fuoco sacro.
Lo sci è cambiato negli ultimi cinque anni?
Sì e no. Si evolve perché è sempre più compatto e stretto. Se arrivi e impieghi due secondi, finisci 15-20.
Le Olimpiadi del 2026 sono un obiettivo possibile?
Sì, sarà tra le quattro sciatrici selezionate dagli Stati Uniti. Hanno una buona squadra tra le donne di discesa libera, ma una ragazza come lei, se scia per un anno, ovviamente può soddisfare i criteri americani, è in gran parte possibile. Ma è uno scopo fare i Giochi per potervi partecipare? È come Marcel Hirscher, sta tornando, è tra i 25 ei 30 anni, è già meraviglioso quello che sta facendo. Poi essere davanti è un’altra storia.