La Tunisia è passata sotto il controllo dell’Algeria?

La Tunisia è passata sotto il controllo dell’Algeria?
La Tunisia è passata sotto il controllo dell’Algeria?
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In un altro lampante esempio di sottomissione della Tunisia ad un’Algeria sempre più arrogante, le autorità tunisine hanno ritirato all’ultimo minuto il loro candidato dal comitato esecutivo della Confederazione del africano (CAF) a favore del candidato algerino. La Tunisia è passata definitivamente sotto il controllo dell’Algeria?

La Tunisia ha dimostrato ancora una volta la sua debolezza “forza d’attacco” Algerino ritirando il suo candidato per lasciare la strada aperta al candidato algerino che non ha più concorrenza.

Il tunisino Hussein Jenayah, ex membro della Federcalcio tunisina (FTF), aveva presentato domanda per far parte del Comitato Esecutivo della Confederazione Calcio Africana (CAF) come rappresentante della zona Nord Africa. Solo che, un’ora prima della scadenza del termine legale per la presentazione delle candidature, il candidato tunisino si è ritirato. Questa scelta calcolata e politica è stata fatta con l’obiettivo di eleggere senza concorrenti il ​​candidato algerino Walid Sadi, presidente della Federcalcio algerina (FAF).

I media algerini fremevano all’idea di vedere scivolare via loro, ancora una volta come l’anno precedente, la posizione tanto ambita da Algeri. Accusando il presidente della Federcalcio marocchina (FRMF), Fouzi Lekjaa, di regnare supremo all’interno della CAF, hanno sostenuto che avrebbe sostenuto la candidatura del tunisino.

Nel luglio del 2023, quando l’inesperto e sconosciuto presidente della federazione algerina, Djahid Zefizef, aveva perso facilmente contro il libico Abdul Hakim Al-Shalmani, riconfermato al suo posto grazie a 38 voti contro 15 dell’algerino, ciò aveva provocato un terremoto all’interno del Federazione algerina, che porta all’accantonamento di Zefizef.

L’Algeria non ha accettato una nuova umiliazione e ha cospirato per garantirsi questa posizione strategica all’interno della CAF a scapito della Tunisia che avrebbe potuto essere eletta a mani basse, se non fosse che il leader tunisino ha preferito (? ) dare questo vantaggio al suo vicino.

Le aspirazioni egemoniche dell’Algeria nella regione non sfuggono più a nessuno, tranne che al presidente tunisino Kais Said. I suoi tentativi in ​​Libia, volendo approfittare del contesto di instabilità politica, non hanno avuto lo stesso successo che in Tunisia. L’Algeria non ha avuto successo nemmeno in Niger e ancor meno in Mali, che ha subito messo i generali al loro posto, facendo appello all’ONU.

La Tunisia è uno stato vassallo?

È quindi molto preoccupante vedere come la Tunisia di Kais Saied chini continuamente la testa davanti alle ingerenze straniere dell’Algeria di Abdelmadjid Tebboune. La Tunisia è sempre stata oggetto dei desideri algerini e questo risale ai tempi di Habib Bourguiba, e tutti gli altri presidenti tunisini, che si tratti di Zine El Abidine Ben Ali, Moncef Marzouki o Béji Caïd Essebsi, hanno potuto testimoniarlo e non hanno avuto fiducia ad Algeri mantenendo rapporti venati di sfiducia.

Tuttavia, l’attuale presidente tunisino, eletto a pochi giorni di distanza dal suo omologo algerino, ed entrambi privi di esperienza politica, hanno trovato nell’altro sostegno e una forma di amicizia rassicurante. Solo che, in realtà, ciò si traduce in una posizione in cui la Tunisia si vede con il braccio contorto, soprattutto sul piano finanziario, di fronte ad un’Algeria che la prende per una delle sue “Wilaya”.

Lo ha dichiarato senza esitazione, sul canale Sky News Arabia, un esperto politico algerino, El Houari Tegersi, affermando che la Tunisia è considerata una delle “Wilayas” (regioni) dell’Algeria. “Per dirla senza mezzi termini, la Tunisia è una provincia algerina molto importante”, aveva sostenuto.

La Tunisia, infatti, sotto la presidenza di Kaïs Saïed, è diventata uno Stato sotto la supervisione dell’Algeria. L’Algeria comanda e la Tunisia obbedisce con il dito e con l’occhio. Lo si è visto durante il ricevimento presidenziale dato al leader della milizia separatista del Polisario, Brahim Ghali, durante il vertice Giappone-Africa (TICAD 8) organizzato a Tunisi, anche se il Giappone non riconosce il “sadr” e non aveva invitato il entità separatista. La Tunisia aveva agito su ordine dell’Algeria perché il presidente Saïed aveva inviato l’allora primo ministro Najla Bouden ad accogliere numerosi leader africani.

Nell’ottobre 2022, durante la votazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza sul Sahara e mentre la Tunisia era membro non permanente, Tunisi ha deciso di astenersi dal voto, ulteriore prova della sua vassallizzazione a vantaggio dell’Algeria e degli attacchi agli interessi superiori del Marocco.

La Tunisia di oggi non vede la minaccia che Abdelmadjid Tebboune rappresenta per la propria sovranità e ignora tutti i segnali che indicano che Algeri esercita un potere sulla sua politica interna. La vicenda dell’algerina francese Amira Bouraoui, esfiltrata dalla Francia attraverso la Tunisia, ha provocato la reazione del Ministero degli Affari Esteri algerino che aveva denunciato un “violazione della sovranità nazionale”come se la Tunisia fosse parte della sua sovranità.

Questa vicenda ha provocato l’umiliazione dei cittadini tunisini alla frontiera con l’Algeria, il licenziamento del Ministro degli Affari Esteri e dei funzionari della sicurezza tunisini, sufficienti a dimostrare ancora una volta il peso dell’Algeria sulla Tunisia.

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