Juraj Slafkovsky e Kirby Dach, nonostante l’ottima partita di ieri contro i Buffalo Sabres, non sono sfuggiti alle dure critiche di Jean-Nicolas Blanchet, giornalista del Journal de Montréal.
Secondo lui le prestazioni di entrambi i giocatori lasciano molto a desiderare, ed è semplicemente aspro quando parla dei due grandi attaccanti che giocano, secondo lui, con la paura di rompersi un’unghia.
Nella sua rubrica, Blanchet non esita a smantellare la loro produzione offensiva.
Sebbene Martin St-Louis abbia a disposizione due giocatori potenzialmente destinati a un ruolo da titolare, la realtà statistica è abbastanza diversa.
Slafkovsky e Dach si sono comportati ben al di sotto delle aspettative.
Secondo Blanchet, con solo sei gol previsti accumulati dall’inizio della stagione, ma solo due effettivamente segnati, faticano a imporsi come minaccia offensiva.
Non esita a sottolineare che in termini di obiettivi attesi, più di 150 giocatori della NHL superano le due prospettive degli Habs in questa stagione.
Blanchet non si ferma qui. Sottolinea anche la loro presunta incapacità di sfruttare la propria fisicità per prendere il disco dall’avversario.
I numeri parlano da soli: secondo quanto riferito, Dach ha vinto il disco cinque volte in questa stagione, ma lo ha perso 13 volte.
Slafkovsky, nel frattempo, è riuscito a recuperare il disco solo tre volte, perdendolo 11 volte. Statistiche che, secondo Blanchet, li collocano tra i peggiori del campionato.
Con tono graffiante, Blanchet auspica che i tre assist raccolti da Slafkovsky nel corso della partita contro i Sabres possano accendere una scintilla, ma l’analisi resta impietosa.
È chiaro che, per lui, lo slovacco e il canadese non riescono ancora a convincere appieno.
Nel frattempo, questa critica pubblica, seppur spietata, potrebbe servire come una scossa elettrica ai due giovani giocatori che, se non prendono rapidamente slancio, rischiano di ritrovarsi nel mirino di sempre più commentatori.
Jean-Nicolas Blanchet non si ferma qui: dopo aver preso di mira le prestazioni di Slafkovsky e Dach, l’opinionista prende di mira i difensori del canadese.
Per lui, Martin St-Louis può contare solo su tre veri difensori di calibro top 4 nella sua squadra: Mike Matheson, Kaiden Guhle e Lane Hutson.
Questo trio è, secondo lui, l’unico punto difensivo positivo della squadra. Tutti gli altri, secondo Blanchet, sono solo difensori di supporto, praticamente degni della Lega americana.
Lane Hutson, senza saperlo, mette Arber Xhekaj nei guai.
Immagina che Hutson e Arber Xhekaj abbiano creato più o meno lo stesso numero di palle perse dall’inizio dell’anno.
In soli 172 minuti trascorsi sul ghiaccio per Xhekaj, mentre Hutson ha giocato…348 minuti in questa stagione…
Gli altri difensori, come David Savard, Arber Xhekaj, Justin Barron e Jayden Struble, secondo Blanchet sono solo giocatori di supporto, numeri 5 o 6 nella migliore delle ipotesi.
Blanchet è chiaro: nessun sistema difensivo può compensare la mancanza di spessore ed esperienza di una brigata che conta solo su tre difensori di vero prim’ordine. Per l’opinionista non bisogna essere ingenui.
Blanchet ritorna sulle statistiche avanzate che Martin St-Louis disprezza.
Tuttavia, per il giornalista, queste cifre mettono in luce inequivocabilmente la fredda realtà della squadra: il St-Louis ha tra le mani una delle peggiori squadre della NHL.
Non importano i discorsi o le speranze di Marty, queste statistiche mostrano che i Canadien, nella loro situazione attuale, sono lontani dall’avere i mezzi per lottare per un posto nei playoff.
O essere nel mix.
Secondo Blanchet stiamo parlando di una delle peggiori squadre della storia dell’hockey. Forse dovremmo essere meno duri con St. Louis.
Dopotutto, il Pastoral Monitor ha solo cantanti di seconda mano.