Dal vigneto di Nantes, Guillaume (ancora) completa la Diagonale des Fous

Dal vigneto di Nantes, Guillaume (ancora) completa la Diagonale des Fous
Dal vigneto di Nantes, Guillaume (ancora) completa la Diagonale des Fous
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Par

Editoriale Clisson

Pubblicato il

7 novembre 2024 alle 9:31

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È cresciuto e ha vissuto a Loroux-Bottereau (vicino a Nantes) fino all’età di 24 anni, completando un diploma di maturità professionale e un BTS in paesaggistica al liceo Briacé, a Landreau.

Oggi, a 30 anni, Guglielmo Salace è di nuovo Lorousain e torna dall’Isola della Riunione dove ha completato la famosa Diagonale des Fous, in poco più di 42 ore.

Non avevo predisposizione per correre ultra-trail in montagna. La mia passione era l’equitazione, che praticavo presso il centro ippico Vallet.

Guglielmo Salace

Volo per la Riunione nel 2020

Ma un cambio di vita a dicembre 2020 capovolgerà tutto.

“Ho deciso di lasciare tutto per stabilirmi a Reunion dove lavoro come gruista di veicoli pesanti. Quando sono arrivato non sapevo assolutamente nulla di quest’isola. Ho tutto da scoprire e ben presto mi innamoro di questo pezzo di pietra perso in mezzo all’Oceano Indiano, chiamata anche l’isola intensa. Ho poi sentito parlare del trail running (sport nazionale alla Reunion) e dell’organizzazione del Grand Raid e delle sue quattro gare tra cui la mitica Diagonale des Fous.”

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Spettatore all’inizio

Senza alcuna reale pretesa di partecipare a gare di tale distanza, Guillaume Salace iniziò a correre in montagna e prese familiarità con il terreno molto tecnico e accidentato dei sentieri della Riunione, il dislivello positivo e negativo e la clima estremamente mutevole di quest’isola che registra più di 400 microclimi!

“Partecipo al Grand Raid come spettatore, ammirando l’impresa fisica e mentale dei partecipanti. In un impeto di follia, o di incoscienza, mi riprometto di tagliare questo traguardo un giorno. È ora di allenarsi! Determinato, inizio una preparazione molto rigorosa per raggiungere questo obiettivo.

Ecco come l’anno scorso, con un pettorale solidale Odysséail Lorousain si ritrova al via di una delle gare più dure del mondo.

“La Diagonale des Fous mi ha fatto sognare quanto mi ha terrorizzato. Penso che ci voglia poco più della semplice voglia di correre per superarla, bisogna iniziare imparando a rimanere umili nei confronti della montagna e ad ascoltare costantemente il proprio corpo.”

Una delle gare più dure del mondo

Creata nel 1989, la Diagonale des Fous è il principale ultra-trail organizzato dall’associazione Grand Raid sull’isola della Riunione. Questa gara viene organizzata nel mese di ottobre ed è rinomata per essere una delle più difficili al mondo nel suo genere. È soprattutto un grande evento dell’isola, appartenente al suo patrimonio sportivo e culturale. Una distanza di 175 km da quest’anno con un dislivello positivo di circa 10.100 me altrettanto negativo la qualifica come Diagonale des Fous! Quest’anno i vincitori sono i francesi Mathieu Blanchard (23 h 25 min) e Manon Bohard (31 h 50 min).

“Mai più”

Arriverà alla fase della liberazione dopo due giorni e due notti, in 46 ore e 25 minuti, a 772e posto.

Come molti, quando si oltrepassa il limite, le prime parole sono “mai più”. Ma penso che diventiamo un po’ dipendenti da questo tipo di sensazioni, quindi eccomi qui a registrarmi nuovamente per l’anno successivo!

Guglielmo Salace

Per questa edizione 2024l’organizzazione decide di modificare il percorso aggiungendo 10 km, il che rende la corsa ancora più dura rispetto allo scorso anno.

“Dopo la mia prima partecipazione il mio obiettivo era avvicinarmi alle 40 ore, ma con questo prolungamento devo rivederlo al rialzo! Quest’anno la gestione dello stress è stata molto più complicata, probabilmente perché sapevo con quale salsa mi avrebbero mangiato. Sapevo anche che le condizioni meteo non sarebbero state necessariamente dalla nostra parte. Ma mi sono rassicurato pensando al mio allenamento (più di 2.000 km nell’anno) e al fatto che ero capace di farcela. Lo avevo già fatto.”

Classificato 313esimo quest’anno

Il freddo della notte, la pioggia e la stanchezza non avrà la meglio sulla determinazione del corridore.

Ho sofferto molto il caldo nell’ultimo tratto, ho sentito anche un po’ di malessere al 160esimo km, prima dell’ultima discesa del Colorado, quella che porta allo stadio della Redoute e a quello della Liberazione! Nonostante le condizioni e un percorso più complicato rispetto allo scorso anno, ho tagliato il traguardo e i 175 km in 42 ore 4 minuti al 313° posto con grande soddisfazione e orgoglio. Continuo a dirmi “mai più”, ma sono già alla ricerca della mia prossima sfida.

Guglielmo Salace

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