In altre parole: Vandenhaute ha sbagliato, e non è la prima volta da quando è alla guida del club. L’emarginazione di Vincent Kompany a favore di Felice Mazzù è stato il suo errore più grande, e lo ha pagato perdendo l’incarico “esecutivo” nel gennaio 2023. Almeno sulla carta. Nel frattempo Vandenhaute è più “esecutivo” che mai. Anche Constant Vanden Stock non ha deciso tutto da solo, si è consultato prima con il suo braccio destro, Michel Verschueren.
Altri danesi per coprirlo
Lo abbiamo visto anche in conferenza stampa, quando spostava i microfoni a suo piacimento, Vandenhaute è più che mai il grande capo dell’Anderlecht. Il suo amministratore delegato Fredberg non ha già più niente da dire – è stato Vandenhaute a nominare Hubert T1 – e non è nemmeno il direttore sportivo Olivier Renard a contraddire il suo presidente. Renard sarebbe venuto a piedi a Neerpede per poter firmare come direttore tecnico dell’Anderlecht. Nonostante il suo successo come dirigente sportivo dello Standard e del Montreal, nessuno aveva pensato a lui. Tranne Vandenhaute, a cui piace sorprendere. La scommessa è rischiosa.
Renard spera di diventare il Dieumerci Mbokani del 2024: un ex Rouche che, dopo non essere stato accolto a braccia aperte dai tifosi dell’Anderlecht, finalmente offre loro il titolo. In caso di un’altra delusione, però, Renard non sarà l’obiettivo numero 1 Profilandosi come il lungo dell’Anderlecht, sarà Vandenhaute a dover farsi carico delle conseguenze delle sue scelte. Questa volta non avrà nessun danese a coprirlo.