Christophe Dubi, direttore esecutivo dei Giochi Olimpici, è stato ospite di Sport Dimanche. L’opportunità di tornare a Parigi 2024, la Svizzera e l’organizzazione dei Giochi in futuro e la salute mentale degli atleti.
Il mondo intero è pieno di elogi per questo mese di agosto che è stata una vera celebrazione dello sport, e Christophe Dubi vede in questa ultima edizione “un evento su cui possiamo costruire tante cose e avere fiducia nel futuro. Parigi ha dimostrato che i Giochi sostenibili, equi, più giovani e più urbani sono possibili.“
E che dire delle prossime edizioni delle Olimpiadi invernali? La Svizzera è già stata depennata dalla lista dei potenziali candidati ad ospitare l’evento, sia nel 2030 che nel 2034. Proprio per il 2030, saranno la Francia e le Alpi francesi ad avere l’onore di ospitare i Giochi, cioè a soli 6 anni dalla Giochi Olimpici di Parigi 2024 mentre la Svizzera non organizza Giochi – né estivi né invernali – dal 1948, cioè… da 76 anni.
La spiegazione di questa scelta francese piuttosto che svizzera sta nel fatto che”mancano solo 5 anni per organizzarli e che la Francia dispone, grazie ai Giochi di Parigi, di un sistema politico-amministrativo che permette di accelerare il processo. Cinque anni non sono tanti per mettere in piedi un sistema, per passare attraverso eventuali consultazioni popolari. La Francia ha una legge olimpica, una struttura di bilancio, procedure e piani operativi. Questo è un vantaggio considerevole.“
E che dire delle Olimpiadi invernali del 2038? Il Comitato Olimpico Internazionale, che ha avviato un dialogo privilegiato con la Svizzera riguardo a questa futura edizione, se ne va”credere fermamente“ a Christophe Dubi che il suolo svizzero ha buone possibilità di ospitare “finalmente” l’evento. La Svizzera e il CIO cercano comunque”lavorare insieme per un progetto intelligente, utile ai cittadini e al movimento olimpico.”
Infine, riguardo al grande tema del momento che è la salute mentale degli atleti in un mondo in cui desideriamo sempre più spettacolo, intensità ed emozione, Christophe Dubi ricorda che “il sito olimpico dà consigli su come essere buoni genitori degli atleti“e non dobbiamo perdere di vista il fatto che”è tutto l’entourage, tutta la catena che deve sostenere l’atleta“È contento che alcuni di loro ne parlino.”perché libera la parola per gli altri“. Le CIO “bisogna anche stare attenti, da qui la creazione in particolare di commissioni di atleti in tutte le federazioni internazionali.”
RTSsport