Carenza di medici: verso il tirocinio obbligatorio prima degli studi

Carenza di medici: verso il tirocinio obbligatorio prima degli studi
Carenza di medici: verso il tirocinio obbligatorio prima degli studi
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In Svizzera mancano i medici. E per sopperire alle carenze si rivolge a molti professionisti provenienti da altri paesi. Tra il 2012 e il 2021 la Svizzera ha riconosciuto circa 30.000 diplomi stranieri, formando allo stesso tempo solo 10.000 nuovi medici. Se da anni molte voci si levano per chiedere la fine del numerus clausus, che limita il numero di posti per gli studi di medicina, il medico zurighese e deputato Josef Widler (C) vuole da parte sua ridurre il numero di dimissioni di studenti e giovani medici.

Perché questo è l’altro grosso problema, secondo lui. “Gli studenti di medicina siedono in una torre d’avorio. Spesso hanno idee false su come sia la vita quotidiana in ospedale, dice nelle colonne della “NZZ”. Spesso è solo al quinto anno di studio che entrano in contatto con i malati e i moribondi. Alcuni poi si rendono conto che non sono tagliati per questa professione”. In totale in Svizzera si aprono ogni anno circa 2000 posti di studio. Ma il 34% degli studenti si dice pronto a cambiare strada dopo il tirocinio finale in ospedale, secondo uno studio dell’Associazione svizzera degli studenti di medicina.

Josef Widler propone quindi con una mozione che tutti i candidati zurighesi seguano uno stage obbligatorio di sei mesi in infermieristica prima di iniziare gli studi. E se si rendono conto che, in definitiva, la medicina non è il loro futuro, possono lasciare il posto a qualcun altro (ci sono tre volte più candidati che posti). Anche la sua mozione ha buone possibilità di passare, poiché è sostenuta dal Centro, dal PLR, dal PVL e dal PS. Quanto agli aspetti pratici, come il finanziamento della misura, dovranno essere definiti successivamente dal Consiglio di Stato.

L’associazione dei medici zurighesi non è del tutto convinta della proposta. Ritiene che sarebbe preferibile migliorare le condizioni di lavoro dei medici, ad esempio riducendo l’orario di lavoro a 42 ore settimanali (+ 4 ore di formazione). Per quanto riguarda gli ospedali, in linea di principio sarebbero d’accordo. Ma temono di dover andare alla cassa e di ritrovarsi con un notevole onere amministrativo aggiuntivo.

Salomé, studentessa dell’Università di Friburgo al 1° anno di master (cioè al 4° anno), non ritiene che questa proposta sia una buona cosa: “Di per sé, cercare soluzioni al problema dell’abbandono scolastico è necessario. Ma trovo un po’ “difficile” mettere i futuri studenti, che non hanno ancora alcuna conoscenza medica, vicino ai moribondi. E tanto più che il vero problema è il burn-out e lo stress. Sarebbe meglio concentrarsi prima su quello”.

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