La Corte di cassazione ha respinto questo martedì, 21 gennaio, i ricorsi dell’ex capo di France Telecom Didier Lombard e del suo ex numero 2 Louis-Pierre Wenès, rendendo definitive le loro condanne nel caso di suicidio di France Telecom.
I due ex dirigenti di France Télécom (diventata Orange nel 2013) sono stati condannati in appello nel 2022 a un anno di reclusione e a 15.000 euro di multa per la loro “ruolo preminente” nell’attuazione di una politica di riduzione della forza lavoro “duro a morire” nel periodo 2007-2008 presso France Telecom.
A metà degli anni 2000, i due leader attuarono i piani “Next” e “Act”, la cui missione era quella di trasformare l’azienda – allora sovra-indebitata – in meno di tre anni. Con risultati notevoli: 22.000 partenze e 10.000 trasferimenti tra circa 120.000 dipendenti. Nel 2006, Didier Lombard disse questa parola sinistra davanti ai dirigenti dell’azienda: “Farò le partenze in un modo o nell’altro, attraverso la finestra o attraverso la porta.”
Queste partenze “marcia forzata” con “metodi proibiti” aveva portato a a “deterioramento delle condizioni di lavoro” Di “migliaia di dipendenti”, alcuni dei quali si suicidarono. La crisi venne alla luce dopo il suicidio nel luglio 2009 di Michel Deparis, un tecnico marsigliese che in una lettera incolpò direttamente France Telecom. L’indagine ha riconosciuto 39 vittime di molestie, 19 delle quali si sono suicidate.
France Telecom è diventata il simbolo della sofferenza sul lavoro. L’azienda, che non ha presentato ricorso, è stata sanzionata con la multa massima di 75.000 euro con una sentenza storica, diventando la prima azienda CAC 40 condannata per molestie morali istituzionali.
Aggiornato alle 14:51 con maggiori informazioni
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