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ASSE – L'incontro di Didier Bigard: “Dall'Oglio comincia ad infastidirsi”

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Didier Bigard ripercorre la sconfitta dell'ASSE contro l'OM (0-2) sottolineando i commenti di Olivier Dall'Oglio a fine partita, dopo che l'Alésien ha mostrato qualche segno di fastidio.

Di solito diciamo che durante gli incontri tra ASSE e OM succede sempre qualcosa. Domenica, però, credevamo che l'incontro tra questi due vecchi rivali, ormai non più rivali, si sarebbe svolto in una calma piatta, troppo piatta per la gente del posto. Volevamo proprio ricordare i magnifici tifos dei due kops, compreso quello del Sud, una pagina di Storia che inneggia alla memoria, al coraggio e alla lotta dei minatori.

E poi, dopo una sequenza di ricordi, vecchie canzoni o fantasie transgenerazionali che rimandavano i marsigliesi alla Canebière, con gli Stéphanois alle corde, c'era questa nebbia. I fumi dell'armonia tra i gruppi dei due blocchi, purea della discordia promessa con la Lega che potrà sprofondare un po' più a fondo nella repressione collettiva.

Avremmo preferito un coro dal campo come quello che ha cantato il brasiliano e mago Alex su un motivo di samba. Ma abbiamo capito subito che in campo non c’era nulla da sperare. Se esisteva una tecnica, era quella delle Arance che spremevano frutti locali che secondo i dati sarebbero promettenti, ma senza date di ritorno dell'investimento.

C'è stata l'occasione per far credere che ci si potesse credere, solo che Davitashvilli si è assicurato un punteggio lusinghiero prima di bloccare Cornud più di Luis Henrique. Dall'altra parte, Bouchouari tenta invano di sfuggire alla linea laterale assegnatagli e apre un viale per un Merlino incantato. E, naturalmente, il troppo leggero Stassin ha solo confermato che avrebbe dovuto cambiare categoria. Potremmo rivederli tutti, quelli che furono rivisti per cento minuti dai Focesi recitando la lezione. Speriamo che anche loro, come Rabiot, abbiano disputato una delle loro migliori partite, come si è congratulato De Zerbi, ma bisogna poi meditare su quest'altra riflessione dell'italiano: “C'era tanta generosità, altruismo, voglia di aiutarsi a vicenda”. . È questa mentalità, prima ancora della partita, a fare la differenza. »

“Cerchiamo di applicare quello che ci chiede l’allenatore…”

Certo, avere qualità tecnica, pagata a caro prezzo, facilita le cose ma quando il tecnico dell'OM parla di coesione del suo gruppo, pensiamo alla disunione di un undici forézien che dimentica la parola solidarietà al punto da apparire disorganizzato. Essere uniti significa anticipare il possibile errore del compagno per rimediare, è correre per aprire varchi al proprio compagno di squadra, è andare a grattare la seconda palla. E poi c’è l’intelligenza tattica, la comprensione. Le due formazioni avrebbero dovuto operare nello stesso sistema. La resa lascia perplessi quanto questa analisi di Sissoko “Cerchiamo di applicare quello che ci chiede l'allenatore”. Mancato! Oppure istruzioni fraintese, che spiegherebbero il tono irritato di Dall'Oglio dopo una domanda su un'associazione Stassin-Sissoko: “So che vi piace mettere i giocatori tra loro… Non voglio dilungarmi oltre, possiamo sempre avere qualcosa da dire una volta terminata la riunione. La soluzione sicuramente sta altrove, ha ragione. Ma dovremo trovarlo. E rapidamente.

Didier BIGARD

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