Originario di un villaggio devastato dalle inondazioni vicino a Valencia, Vicente Moreno, allenatore dell'Osasuna, si è recato lì per aiutare i suoi cari domenica, il giorno dopo la vittoria della sua squadra contro il Valladolid (1-0).
Vicente Moreno non aveva voglia di giocare a calcio questo fine settimana. Originario di un villaggio vicino a Valencia, l'allenatore dell'Osasuna ha vissuto con impotenza le violente e mortali inondazioni che hanno colpito la regione la settimana scorsa e devastato la sua città di Massanassa. Nonostante ciò, sabato ha dovuto sedersi sulla panchina della sua squadra per condurre e vincere la partita contro il Real Valladolid (1-0) nella Liga. Il giorno prima era scoppiato in lacrime esprimendo il suo pensiero alle numerose vittime del fenomeno meteorologico chiamato Dana.
“Non so se riuscirò…” dichiarò prima di fermarsi, sopraffatto dall’emozione. “Voglio trasmettere molto coraggio e tutta la mia solidarietà a tutte le persone colpite da questo disastro. A tutte le persone che hanno perso i propri cari… E permettetemi di spendere qualche parola verso la mia terra, verso Valencia. Tutti per i valenciani e le persone che non sono valenciane ma che vivono a Valencia, soprattutto nella zona nord di Massanassa, è molto difficile, soprattutto per loro, ma è anche molto difficile per noi che abbiamo amici e figli lì potendo stare con loro mando loro la forza. Insieme supereremo tutto questo.
Dopo aver completato la sua prima missione per vincere in omaggio alle vittime, l'allenatore ha lasciato domenica i Paesi Baschi spagnoli per raggiungere Massanassa. Indossando stivali e guanti, ha dato una mano ai suoi cari per dispiegare l'imponente strato di fango che ricopriva il terreno, secondo le immagini riprese dal quotidiano locale El Desmarque.
La sequenza si aggiunge all'indignazione generale suscitata in Spagna dal proseguimento delle partite della Liga, nonostante il terribile bilancio umano causato dalle improvvise inondazioni (più di 200 morti e centinaia di dispersi). Questa 12esima giornata è stata battezzata “il giorno della vergogna” da molti tifosi, molto arrabbiati contro Javier Tebas, presidente della Liga, che aveva spinto perché gli incontri si mantenessero ad eccezione di quelli nelle zone colpite.
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