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Tidiane Diarrassouba, primo piccolo principe della stagione!

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Ogni trimestre, il centro di allenamento dello Stade de Reims premia un giovane giocatore per le sue prestazioni in campo, ma anche per il suo comportamento fuori dal campo. Questa operazione, denominata “Les Petits Princes”, premia il vincitore con un servizio fotografico in un luogo emblematico della città di Reims.

Tidiane Diarrassouba, giovane ala di 16 anni, ha preso parte all’esercizio nella sontuosa cornice dell’Opera di Reims.

I suoi inizi

Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo 5 anni, ma all’inizio non mi piaceva per niente. Prima ancora di andare al mio primo allenamento, ho pianto. Alla fine mia madre mi portò a casa, ma a mio padre fu fatto credere che fossi andata lì! (ride) Così è iniziata l’avventura con il calcio.

Unisciti allo Stade de Reims

Il mio allenatore all’epoca mi disse che lo Stade de Reims voleva vedermi provare. È stato il primo Club ad interessarsi a me. Non c’era bisogno di cercare oltre, era ovvio.

La vita al centro di formazione

Non è facile lasciare la famiglia, ma i miei genitori vengono spesso a vedermi suonare nei fine settimana, vivono vicino a Parigi. Ogni giorno so perché sono qui. Il ritmo è intenso:

  • 6:30: sveglia
  • 7:15: partenza per la scuola
  • 8:00 – 11:55: lezioni
  • 13:30 – 15:15: altre lezioni
  • Ore 16: negli spogliatoi, pronti per l’allenamento
  • 16:15 – 18:15: allenamento
  • 19:00: pasto
  • 19:45 – 21:15: studi.

Quando ci sono le partite di Champions riduciamo un po’ lo studio per poterle vedere. Andiamo anche al Delaune, quando possiamo, a vedere giocare i professionisti, ci fa venire voglia.

Giochiamo spesso a ping-pong e calcio balilla. Sabato pomeriggio siamo liberi, ma dobbiamo rientrare entro le 18:45. Prendiamo l’autobus o il tram e andiamo in città.

Gli obiettivi

Gioca con gli U19, sii il più regolare possibile e poi unisciti ai Pro 2 in allenamento o anche nelle partite. Ottenere il mio primo contratto professionale sarebbe il sogno!

Gioca per la squadra francese.

Onestamente, indossare la maglia azzurra fa davvero qualcosa. Ogni selezione è motivo di orgoglio e ne ho già 4!

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