Le recenti dichiarazioni di Djamel Benlamri hanno provocato una vera e propria onda d'urto nell'ambito del calcio algerino. Durante una diretta sui social network, l'ex difensore della Nazionale ha criticato apertamente l'integrazione dei giocatori binazionali nella Nazionale, mettendone in dubbio l'impegno patriottico.
Per Benlamri, l'eliminazione dell'Algeria contro il Camerun durante le qualificazioni ai Mondiali del 2022 sarebbe una punizione per la squadra, soprattutto a causa della presenza della doppia nazionale
“che non conoscono nemmeno Kassaman”l'inno nazionale algerino. Secondo Benlamri questi giocatori sarebbero adorati, privilegiati e richiamati sistematicamente, nonostante le loro prestazioni.
Questi commenti molto controversi hanno suscitato le reazioni di diverse figure del calcio algerino, in particolare gli ex nazionali Nasser Bouiche e Nordine Kourichi, nonché l'ex allenatore Nasser Sendjak. Tutti hanno reagito con fermezza alle critiche di Benlamri, riferisce il giornale Il mondo, difendendo con convinzione il contributo delle due nazionali alla squadra.
Nasser Bouiche, ex nazionale degli anni '80, ha considerato queste affermazioni “goffe”. “Questo può lusingare la fibra patriottica, far piacere a certe persone che credono che non ci siano abbastanza locali nella selezione, ma non è una riflessione molto matura. Djamel Benlamri è goffo nell'attaccare giocatori che erano suoi compagni di squadra”ha dichiarato. Bouiche ha insistito sull'importanza della doppia cittadinanza per l'Algeria, sottolineando che la loro integrazione nella squadra è essenziale.
Anche Nordine Kourichi, anche lui ex nazionale e vice di Vahid Halilhodzic, lui stesso binazionale nato in Francia, ha protestato contro i commenti di Benlamri, ricordando che
“Conoscere l’inno nazionale non fa vincere le partite”. Ha insistito sul fatto che i cittadini con doppia nazionalità fossero coinvolti tanto quanto gli attori locali, aggiungendo : “I cittadini con doppia nazionalità sono coinvolti quanto i locali, perché anche se sono nati in Francia, l’Algeria è il paese dei loro genitori, a cui sono affezionati, come era il mio caso in quel momento. Quando facevo parte dello staff di selezione, ho visto molti cittadini con doppia nazionalità e tutti avevano un comportamento molto professionale e rispettoso. Benlamri dimentica soprattutto un punto essenziale: quello del proprio apporto sportivo”. Secondo Kourichi, la questione dell'abilità e della professionalità dei giocatori dovrebbe avere la precedenza rispetto al luogo in cui sono nati.
Nasser Sendjak, dal canto suo, ha sottolineato che l'Algeria non può fare a meno dei giocatori provenienti dalle accademie francesi, uno dei sistemi di formazione più avanzati. Ha ricordato che probabilmente l'Algeria non avrebbe vinto il CAN 2019 senza il contributo della doppia cittadinanza, ed è stato sorpreso di vedere Benlamri
“negare questa evidenza”. Per Sendjak,
Le parole di Benlamri mancano di prospettivain particolare sullo stato della formazione in Algeria, trascurata dai club locali. “Conosco Djamel Benlamri, che è un ragazzo affascinante, ma si sbaglia completamente: senza la doppia nazionale, le cui prestazioni vengono giudicate senza compiacenza, l'Algeria avrebbe una selezione superiore alla media. Probabilmente non avrebbe vinto la CAN 2019 e non si sarebbe qualificata spesso per questa competizione o per la Coppa del Mondo. ha dichiarato.
In definitiva, questi scambi e le dichiarazioni di Benlamri evidenziano il divario tra due visioni: quella di un nazionalismo rigoroso e quella di una squadra aperta ai talenti algerini, ovunque siano cresciuti.
DZfoot