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I Verdi in modalità 4×4

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Vincendo ieri a Lomé, la nazionale non solo ha ufficializzato la sua qualificazione al CAN-2025, ma si è anche assicurata il primo posto in questo gruppo E grazie alla sua prestazione impeccabile e impressionante.

La prestazione merita di essere sottolineata. Ottenendo il quarto successo consecutivo in queste qualificazioni, il quinto in tutte le competizioni da metà giugno, l’EN di Vladimir Petkovic ha leggermente alzato l’asticella e confermato la sua ripresa. Base della più inconfutabile delle verità, questa mossa verso l’alto dà soprattutto ragione alla gestione e alle scelte, per quanto discusse e messe in discussione, del successore di Belmadi. Gli undici schierati ieri allo stadio Kégué per affrontare la furia annunciata di un Togo colpito nel suo ego e nella sua autostima dalla batosta ricevuta ad Annaba, lasciano intendere, del resto, che Vladimir Petkovic abbia imparato con intelligenza i suoi punteggi, ricordato gli errori di del recente passato e ha imparato le lezioni necessarie dalle difficili conseguenze della sua acquisizione la primavera scorsa.

Ramy all’inizio e alla conclusione

Realistico e clinico, a suo modo, l’EN ha fatto la differenza e si è portato in vantaggio alla fine del primo quarto d’ora, quando Amine Gouiri, trovato in profondità da un lancio lungo di Bensebaïni, è riuscito a ottenere un rigore perfettamente valido dopo essere stato falciato in area da Mawouna Amevor, destabilizzato dal gancio aereo del Rennais. Ottenuto il diritto di trasformare il premio dopo un leggero litigio con Benzia, il giocatore del Borussia Dortmund ha aperto le marcature ingannando il portiere Malcolm Barcola con una sottile finta prima di coglierlo con calma sul piede sbagliato (18′). La reazione dei togolesi, però, non si fa attendere, visto che Atte Youssifou accende Guendouz con un tiro potente che il portiere del Persepolis devia sulla sua traversa (20′) prima di uscire in maniera impeccabile sui piedi di Kevin. Denkey gli impedisce di pareggiare nello scontro diretto (25′).

Guendouz fa il lavoro

Portato da un Boudaoui mostruoso, sia nel recupero che nella creazione di turni offensivi, l’EN vedrà poi Amoura cogliere, di testa, un’ottima occasione per realizzare il break su un servizio quasi perfetto di Benzia (28′) quando era posizionato idealmente, prima che Tougaï facesse lo stesso, sempre di testa, ma questa volta senza prendere la porta (34′). L’attaccante del Cercle de Bruges, Denkey, ha tuttavia costituito una minaccia permanente per la difesa di Guendouz, sempre vigile, soprattutto al 38′ e al 44′ prima che Boudaoui scatenasse un’ondata di panico sullo stadio di Kégué con un pallone rovente molto vicino alla porta. l’impostazione Barcola, per allentare un po’ la presa sui Verdi e consentire loro di entrare nello spogliatoio in modalità dominante in più occasioni.

Gouiri e Bounedjah prolungano la suspense

Il ritorno in campo sarà a vantaggio anche dell’EN, che è andato vicinissimo al break al 49′ quando Gouiri, lanciato da Aouar, si è ritrovato solo contro il Barcola prima di mandare in vantaggio la sua palla dello 0-2. Klidje (59′) che non trova la porta, Denkey su una palla persa dalla difesa algerina (62′) o ancora questo colpo di testa di Amevor su cui Guendouz ben appoggia (90’+2) mantengono, a intermittenza, la pressione sui Campo algerino che avrebbe potuto facilmente uccidere tutta la suspense se Boudaoui, Bounedjah e Zagence fossero stati meno goffi nell’ultimo gesto durante questo clou finale dei Fennec (86′).

Più esperta e più acuta nel gioco, la Nazionale è riuscita, senza tremare, a gestire bene i nove minuti di recupero invece dei sette annunciati per confermare la propria supremazia su questo girone E e garantire la terza vittoria di Petkovic a Lomé in tre partite in sub -Africa Sahariana dopo l’Uganda a giugno e la Liberia a settembre.

RACHIDO BELARBI

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