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CAMERUN News :: Malattia del Capo di Stato camerunese: APPELLO ALLA DECENZA da parte del mediatore universale :: CAMERUN News

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La malattia è uno stato di insufficienza immunitaria di cui ogni essere umano o animale può essere vittima, e non bisogna mai prendersi gioco del malato, pena la rottura del protocollo etico e dialettico che stabilisce il legame tra la vita e la morte, la pace e la guerra. , ricchezza e povertà, felicità e infelicità. La morte non conosce limiti se non se stessa, e non tiene conto dell’età, della fortuna o della grandezza. Predicare la morte, augurarla per sé o per gli altri, istigarla o promuoverla come soluzione a un fastidio ostinato o a un’opposizione di principio, corrisponde a uno stato di disturbo mentale e di perdizione sociale. Questa è in definitiva la peggiore indecenza oltre ad essere una codardia indicibile.

Diamo tempo al tempo e assumiamo il rischio di riascoltare i canti generati dalle tradizioni e dai valori profondi della nostra società africana. Certo, il contesto camerunese è diventato una sorta di curiosità inquietante per le sue imperfezioni, sorprese e stupori, ma nulla di ciò che ci accade, ci condiziona o ci modella quotidianamente, dovrebbe indurre le lingue a pronunciare frasi talvolta nutrite di veleno pozioni, a volte grida di disperazione e talvolta una marcia definitiva verso l’esilio.

Gli uomini e le donne passano, i paesi restano e la vita continua. I discorsi che riempiono le bottiglie di dicerie sparse per le strade, nei salotti, nei luoghi di lavoro e sui mezzi pubblici, non sono più degni di un’educazione accettabile. Ok, il presidente è vecchio, malato, assente, evacuato e poi? Dobbiamo rimanere nell’ordinario e nell’accettazione di ciò che riguarda o nasce dal destino individuale e collettivo della nostra società, del nostro Paese, della Repubblica. Niente è straordinario e niente cambierà la natura o la specificità antropologica e identitaria del Camerun. Gli abietti programmi televisivi della domenica sono già sufficientemente ostentati con diatribe demoralizzanti, voci infinite e cattiva condotta che marciscono ulteriormente la vita familiare, la vita sul lavoro e la vita in generale.

E se fosse proprio la smania di potere, ben percepibile tra alcuni, a fondare queste invettive e mancanza di civiltà, allora sarebbe meglio ricordare a tutti che il Camerun resta, come ovunque nel mondo, un Paese governato da un sistema, prima di essere governato da un regime, prima di essere governato da un uomo. Il potere non è vacante, non lo è mai stato e non lo sarà mai. Il sistema esiste, funziona a modo suo e controlla la città, anche se a volte lo fa al contrario.

Di questo sistema non vi è alcuna certezza sui codici, sui collegamenti, sulle meccaniche, sui metodi e sui termini referenziali reali. Ma il sistema esiste e bisogna stare molto attenti. Il potere non è nelle strade e non è nelle tasche di nessuno, né qui né all’estero. Non è necessario avere una laurea in scienze politiche per capirlo, altrimenti il ​​risveglio sarà brutale e crudele. L’essenza stessa di ogni potere è la sua capacità di rigenerarsi, di rinascere e di imporsi esplicitamente o implicitamente, nel momento in cui lo crediamo finito, indebolito o morto.

E poi, in quale tradizione di civiltà umane rivelate mostriamo tanto disprezzo per l’età, per un patriarca? C’è ormai qualcosa di disordinato nella moralità pubblica del nostro Paese che non ci fa onore. Quindi, un po’ di decenza. I nostri figli ci guardano e domani rischiano di considerare la profanazione delle nostre tombe come una sorta di modello educativo che abbiamo lasciato loro in eredità.

Dobbiamo segnalare la fine della ricreazione. Il Presidente è e resta innanzitutto un essere umano. Non parliamo troppo.

Un po’ di decenza./.

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