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Pierre Moscovici suggerisce di affidare le previsioni a un organismo indipendente

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Pierre Moscovici durante la presentazione della relazione pubblica annuale della Corte dei conti, a Parigi, il 12 marzo 2024. DIMITAR DILKOFF/AFP

È una vecchia battuta che gira intorno al Ministero dell’Economia e delle Finanze. “A Bercy dicono che le previsioni di crescita annuale richiedono 0,1 punti per piano. E ci sono sei piani…”, sorride un ex ministro, che preferisce restare anonimo. Uno scherzo, forse, ma al quale molti professionisti riconoscono un fondo di verità. In altre parole, gli obiettivi esposti in aula dei ministri si rivelano spesso troppo ottimistici, e talvolta lontani dalle cifre proposte dai regolatori incaricati di elaborare le previsioni.

Come evitare queste cifre troppo proattive, che possono portare a violente delusioni pochi mesi dopo, quando l’auspicato 1,5% scende effettivamente allo 0,9%? Magari rompendo l’attuale monopolio di Bercy sulla produzione delle entrate pubbliche e sulle previsioni di spesa. Questo ruolo potrebbe essere affidato a un organismo indipendente come il Consiglio superiore delle finanze pubbliche (HCFP). Come minimo, l’Alto Consiglio potrebbe essere associato al lavoro di Bercy.

È questa, in ogni caso, la proposta iconoclasta presentata, martedì 21 gennaio, da Pierre Moscovici, primo presidente della Corte dei conti, in occasione della sua audizione davanti alla commissione dell’Assemblea nazionale incaricata di comprendere lo slittamento delle finanze pubbliche. nel 2023 e nel 2024. “Dobbiamo assolutamente rivedere il modo in cui sviluppiamo le nostre previsioni”, trattenendoli di più “lontano dall’arroganza della politica”, ha affermato l’ex ministro socialista.

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