Sandrine Pissara, 54 anni, e Jean-Michel Cros, 49 anni, sono sotto processo per aver lasciato morire di fame nell’agosto 2020 l’adolescente di 13 anni che non usciva più dalla sua casa a Montblanc, vicino a Pézenas.
“Non lo so, non posso spiegartelo” ha dichiarato lunedì 20 gennaio, davanti all’aula gremita della corte d’assise dell’Hérault, Sandrine Pissara, onicotecnica, madre di otto figli, accusata di atti di tortura e barbarie mortali, per aver lasciato morire di fame la figlia Amandine , trovato privo di sensi nella casa di famiglia a Montblanc, vicino a Pézenas, il 6 agosto 2020.
“È stata individuata e presentata come un mostro per anni.” HA #Montpellier Io Jean-Marc Darrigade affronto un processo difficile, difendendo Sandrine Pissara che rischia l’ergastolo per aver fatto morire di fame sua figlia Amandine, 13 anni nel 2020#Beziers pic.twitter.com/JdOkw4GkyK
— FRANÇOIS BARRERE (@FB_Midilibre)
“È morta di fame e setticemia”
“Da ormai da quattro anni ci penso ogni giorno che passa. Mi pongo la domanda su come e perché” risponde questa donna dai lunghi capelli castani, con un cardigan nero, al presidente che risponde subito.
“NO il medico ha risposto. Morì di fame e setticemia, a causa di lesioni da graffio. Il perché, ce l’hai. Ora è il come. Per quello Non mangia?” “Non posso spiegarti.” risponde l’imputato, che rischia l’ergastolo.
Stesso atteggiamento di fuga del suo coimputato, Jean-Michel Cros, un 49enne dell’Hérault, allora suo compagno, che gestiva un centro di revisione tecnica automobilistica a Mèze. Barbuto, in maglione leggero, si passa più e più volte la mano sul viso, senza riuscire a far luce su cosa lo abbia fatto comparire per privazione di cure e di cibo con conseguente morte, e che rischia, lui, trent’anni di reclusione.
Due case e interventi di chirurgia estetica
“Avevo paura della sua rabbia, non so cosa potesse succedere, ero altrove” spiega il patrigno di Amandine, che sembra essere stato totalmente sotto il controllo di questa donna per la quale ha pagato una casa a Madre, un’altra in Portogallo, e diversi interventi di chirurgia estetica, dato che la sua compagna si era sottoposta durante la loro vita comune a rifare il seno e le labbra .
“Non ho scuse” insiste, sostenendo di non essersi reso conto dello stato di estrema magrezza dell’adolescente, che pesava solo 28 kg al momento della morte, e sembra fosse stata chiusa in uno spogliatoio buio attrezzato con telecamere.
“L’hai visto e hai preferito distogliere lo sguardo?” chiede il presidente. «Non so se è quello o qualcos’altro.
“VoiChi avevamo paura di perdere, Sandrine?»
“No, bambini” risponde quest’uomo che gli altri tre figli di Sandrine presenti a casa chiamano papà.
“Quindi ne hai sacrificato uno. decide il presidente. Venerdì è attesa la sentenza.
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