l’essenziale
80 anni fa, i combattenti della Resistenza del Lot parteciparono alla liberazione del Médoc. Per far conoscere questa parte poco conosciuta della storia del Lot, l’Ufficio nazionale per i veterani e le vittime di guerra lancia un appello ai Loto: cerca foto, testimonianze, mappe.
«Questa storia non è conosciuta dai Lotois, eppure una parte importante dei combattenti della Resistenza Lot ha combattuto lì», osserva Marc Paraire, direttore di dipartimento dell’OnacVG 46. Là è il Médoc: lì All’età di 80 anni, Lotois ha contribuito a portare le ultime sacche di soldati tedeschi a Pointe de Grave. Un viaggio degli studenti delle scuole superiori di Cahors questa primavera nella Gironda e una mostra dall’8 maggio ricorderanno questo evento. Per questo motivo l’Ufficio si rivolge agli archivi Lotois.
Foto, lettere, storie di veterani
Certamente, Nicolas Rose, vicedirettore dell’Ufficio nazionale dei veterani e delle vittime di guerra di Lot, ha raccolto numerosi documenti: negli archivi dipartimentali di Lot e Gironda, quelli dell’Associazione Museo della Resistenza, della deportazione e liberazione di Lot, dei servizi dell’esercito. Per non parlare dei bollettini dell’Associazione Lotoise degli Ex-alunni di Pointe de Grave, presieduta da Jacques Hugon, scomparso lo scorso giugno.
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Ma vorrebbe anche raccogliere foto, cartoline, lettere e storie personali di questi veterani. L’obiettivo: utilizzarli in mostra ma anche in un laboratorio didattico. Una trentina di studenti dell’ultimo anno di Clément Marot si recheranno in Gironda in aprile con Le Souvenir français e i loro insegnanti Pierre-Etienne Baux e Hélène Thiery. “E per esempio, di fronte alla palude, sarebbe bello leggere una testimonianza”, immagina Nicolas Rose.
“La maggior parte non aveva mai prestato servizio militare”
Questo progetto fa parte dell’80° anniversario della Liberazione, lanciato nel 2024. “Ci siamo chiesti come continuare questo ciclo di memoria nel dipartimento sapendo che siamo stati liberati il 17 agosto 1944”, spiega Marc Paraire. Potresti pensare che dopo ci sarebbe il vuoto [dans le Lot]. Ma un gran numero di FFI partirono per liberare Tolosa. E molti di loro hanno continuato: da 200 a 300 nei Vosgi, 1.500 nel Médoc. C’erano persone di ogni età, origine e opinione politica, lotosi ma anche profughi e stranieri che vivevano nel Lot.
E, paradossalmente, fu quando nel loro dipartimento finì la guerra che entrarono in un vero conflitto. “La maggior parte di loro non aveva mai avuto un impegno militare”, osserva Nicolas Rose. Racconta delle armi e degli equipaggiamenti recuperati: fucili russi, inglesi o francesi, uniformi disparate.
“Avevano rifugi di fortuna”
Il 2° reggimento di fanteria Lot fu creato il 1° ottobre 1944 a Tolosa. Conta 1.800 uomini, tra cui Corréziens, Périgourdins, Lot-et-Garonnais e Aveyronnais. Alla fine del mese fu inviato nel Médoc, nella brigata Carnot. Di fronte a questi circa 3.500 resistenti, 5.000 tedeschi di cui 4.000 soldati.
Sono condizioni difficili, nelle paludi, in inverno, di fronte alla Kriegsmarine. La punta del Médoc è costellata di quasi 300 bunker tedeschi e 800.000 mine. Le posizioni francesi vengono bombardate ogni sera. “Avevano rifugi di fortuna. Le testimonianze degli anziani raccontano dell’innalzamento delle acque», spiega Marc Paraire. Insomma, una guerra di posizione come nel 14-18.
73 combattenti della resistenza Lotois morirono
Poi, il 14 aprile, fu finalmente lanciata l’offensiva. I Lotoi si distinsero presto: essendo i ponti impraticabili, recuperarono le barche, attraversarono le paludi e stabilirono una testa di ponte nelle linee tedesche. Il 20 aprile, il 2° RI di Lot conquistò Pointe de Grave. Due giorni dopo, a Bordeaux, il generale De Gaulle li salutò con “Il lavoro è stato fatto e ben fatto, grazie figli”. “Ha avuto un impatto su di loro; Jacques Hugon ne parlava spesso”, ricorda Marc Paraire.
73 combattenti della resistenza Lotois morirono nel Médoc. 80 anni dopo, quasi tutti i combattenti di Pointe de Grave sono scomparsi. La mostra farà rivivere il loro gesto eroico.
Valorizzare e conservare
Chi dispone di archivi sulle lotte di Lotois nel Médoc può contattare l’OnacVG allo 05 32 49 00 58 o via e-mail all’indirizzo [email protected]. L’associazione può digitalizzarli. Oltre a questa valutazione, Marc Paraire evoca “una preoccupazione per la preservazione e la conservazione. È vero che la Seconda Guerra Mondiale è molto lontana, quindi quando traslochiamo la casa di una persona deceduta ci chiediamo cosa ne facciamo e a volte finisce in discarica”. Coloro che desiderano offrire tali archivi o metterli in deposito possono rivolgersi all’Archivio dipartimentale.