E se i controlli sugli affitti non si limitassero solo ai comuni volontari, come avviene attualmente? In ogni caso, è quanto ha chiesto Jacques Baudrier, vice (PCF) del sindaco di Parigi e responsabile dell’edilizia abitativa, nel programma mattutino di BFM Île-de-France, martedì mattina.
Anche se il sistema, che esiste nella capitale dal 2019, deve terminare la sua sperimentazione nel novembre 2026, il deputato vuole che continui. Anche Anne Hidalgo e diversi sindaci di sinistra hanno firmato un articolo su Le Monde lunedì 13 gennaio in questo senso.
Ma soprattutto il suo deputato per l’edilizia abitativa vuole ampliare il campo d’azione dei comuni che applicano il controllo degli affitti. “La nostra priorità è che il controllo degli affitti colpisca tutte le aree tese, dove gli affitti superano”, afferma Jacques Baudrier.
Nell’Île-de-France, dopo Parigi, altre comunità hanno applicato il sistema, vale a dire Plaine-Commune (Aubervilliers, Épinay-sur-Seine, L’Île-Saint-Denis, La Courneuve, Pierrefitte, Saint-Denis, Saint-Ouen , Stains e Villetaneuse) ed Est Ensemble (Bagnolet, Bobigny, Bondy, Le Pré-Saint-Gervais, Les Lilas, Montreuil, Noisy-le-Sec, Pantin, Romainville).
Nel 2024, uno studio commissionato dalla Città di Parigi ha dimostrato che il controllo degli affitti ha permesso di limitare l’aumento totale degli affitti del 4,2%. Risultati su cui fanno affidamento i difensori del sistema per chiedere di renderlo sostenibile oltre il 2026. “Questo sarà fatto dal momento in cui verrà votata definitivamente una proposta di legge. Spetta al governo prendere questa iniziativa. Ma noto che sempre più attori stanno dimostrando che il controllo degli affitti consente di ridurre l’aumento (globale)”, sottolinea Jacques Baudrier.
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