L'ESSENZIALE
- Secondo un sondaggio condotto su 60 milioni di consumatori, le capsule di caffè “Planteur des Tropiques” di Intermarché e quelle di L'Or contengono alti livelli di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), classificati come cancerogeni.
- L'acrilammide, un'altra sostanza tossica che si forma ad alte temperature, è rilevata a livelli preoccupanti nelle cialde Lavazza. Inoltre, alcuni prodotti come quelli di Bellarom (Lidl) e Alter Eco contengono frammenti di insetti, rivelando difetti di produzione.
- Per ridurre i rischi, preferisci il caffè in chicchi o da marchi biologici certificati.
Cosa c'è veramente nel nostro caffè mattutino? Un'indagine dell'associazione 60 milioni di consumatori rivela che alcune marche commercializzate in Francia presentano notori rischi per la salute. Se il caffè, la seconda bevanda consumata al mondo dopo l'acqua, viene regolarmente individuato per i suoi comuni effetti collaterali (mal di testa, disturbi digestivi, aumento del battito cardiaco, ecc.), le sostanze indesiderate in esso contenute potrebbero rivelarsi ancora più preoccupanti.
Idrocarburi aromatici, acrilammide…
L'indagine ha quindi rivelato livelli allarmanti di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) in diversi prodotti, in particolare le capsule Planteur des Tropiques, venduti da Intermarché. Questi composti, formati durante la tostatura ad alte temperature, sono classificati come cancerogeni dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Anche un altro marchio molto popolare, Carte Noire, prodotto dall'azienda italiana Luigi Lavazza, mostra livelli preoccupanti di IPA, così come le capsule decaffeinate di L'Or, evidenziate per la loro concentrazione quattro volte superiore a quella del classico caffè macinato.
Altro motivo di preoccupazione: la presenza di acrilammide, una sostanza chimica che si forma durante la cottura ad alte temperature. Sebbene le dosi si mantengano generalmente entro limiti considerati accettabili, alcune referenze, come le cialde Lavazza, si avvicinano pericolosamente al limite dei 400 microgrammi per chilogrammo. Questo composto è presente nell'elenco delle sostanze pericolose dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti (EPA), rafforzando le domande sulle normative che circondano questi prodotti.
Cosa fare come consumatore?
Oltre ai rischi chimici, alcuni caffè presentano anche problemi di contaminazione fisica. I prodotti Bellarom, trovati alla Lidl, e i cereali Alter Eco contengono frammenti di insetti, fino a 83. Se questa ingestione è sicura secondo gli esperti (ogni persona mangia involontariamente tra 500 grammi e 1 kg di insetti all'anno), mette in luce grossi difetti nella produzione. catene. Abbastanza per offuscare l’immagine di marchi che tuttavia piacciono ai consumatori.
Di fronte a queste rivelazioni sono necessarie diverse precauzioni. È meglio privilegiare il caffè in grani o macinato, che è meno esposto ai contaminanti legati al processo di produzione delle capsule. Allo stesso modo, è preferibile scegliere marchi che presentino certificazioni biologiche o controlli rigorosi sulla loro composizione, origine e qualità.
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