La sindrome di Behçet è una malattia infiammatoria sistemica cronica. La malattia è caratterizzata da danni arteriosi e neurologici, nonché complicazioni oftalmologiche. Il danno vascolare rappresenta la principale causa di morte, in particolare a causa degli aneurismi arteriosi (aortici o polmonari) e della sindrome di Budd-Chiari (ostruzione delle vene). Finora nessuno studio è riuscito a dimostrarne l’efficacia e la tolleranza da parte dei pazienti.
Lo studio di fase II, ITAC (Terapia di induzione con anti-TNFα vs ciclofosfamide nella grave malattia di Behçet) è stato condotto in 21 centri in tutta la Francia e ha incluso pazienti di età pari o superiore a 12 anni. In questo studio, pazienti affetti dalla malattia di Behçet con danni vascolari significativi o danni al sistema nervoso centrale hanno ricevuto, oltre alla consueta terapia con corticosteroidi, infliximab (un anticorpo che si lega al fattore di necrosi tumorale umano) o ciclofosfamide (molecola antitumorale) per via endovenosa. La combinazione di terapia corticosteroidea e infliximab ha ottenuto una risposta completa alla settimana 22 nell’81% dei pazienti, rispetto al 56% dei pazienti che hanno ricevuto il trattamento standard (corticoterapia con ciclofosfamide). Inoltre, il rischio di recidiva è ridotto (16% vs 4%), con anche meno effetti collaterali (30% vs 64%).
I risultati di questo studio mostrano il beneficio della combinazione della terapia corticosteroidea con infliximab nel trattamento del grave danno arterioso centrale e neurologico della malattia. Questi risultati molto incoraggianti potrebbero infatti modificare la gestione se ci fossero conferme a lungo termine.
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