Una misteriosa malattia imperversa nell’ovest della Repubblica Democratica del Congo, provocando decine di morti dalla fine di ottobre. Con sintomi simili a quelli dell'influenza, finora ha colpito soprattutto donne e bambini.
Un’epidemia di origine sconosciuta sta seminando il panico nella provincia di Kwango, nell’ovest della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Dalla fine di ottobre questa misteriosa malattia ha causato decine di morti. Le cifre variano a seconda delle fonti: al 2 dicembre sono stati segnalati dalle autorità locali tra 67 e 143 decessi, mentre il Ministero della Salute ha confermato almeno 79 decessi al 4 dicembre.
La malattia, che si è diffusa rapidamente, presenta sintomi simili a quelli dell'influenza: febbre, mal di testa, tosse, naso che cola, difficoltà respiratorie e anemia. Colpì soprattutto donne e bambini. In assenza di cure, molti pazienti muoiono a casa, secondo il vice governatore della provincia, Remy Saki, e il ministro provinciale della Sanità, Apollinaire Yumba.
Gesti di barriera e restrizioni
Sono già stati identificati quasi 400 casi, ma i ricercatori non sono ancora riusciti a identificare la malattia né la sua origine. È previsto che un team di esperti epidemiologici sia sul posto per prelevare campioni e cercare di trovare risposte.
In attesa delle conclusioni delle indagini, il Ministero della Salute ha raccomandato misure ispirate alla lotta al Covid-19: limitazione degli assembramenti, lavaggio frequente delle mani e segnalazione dei casi sospetti. Le autorità locali hanno anche preso in considerazione la possibilità di limitare la circolazione delle persone nei villaggi vicini per arginare la diffusione.
Questa nuova crisi arriva mentre la RDC sta attualmente combattendo un’epidemia di vaiolo delle scimmie. Da gennaio, il Paese ha registrato più di 39.000 casi e più di 1.000 decessi, secondo l’Africa CDC, il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Con questa malattia emergente e l’epidemia di MPOX, la RDC si trova ad affrontare una sfida sanitaria su larga scala, in un contesto in cui le risorse mediche e logistiche rimangono precarie.