Fattori come ipoglicemia, iperglicemia e variabilità glicemica sono stati associati ad un aumento del rischio di malattia di Alzheimer. Le misurazioni glicemiche tradizionali, come l’emoglobina glicata media (HbA1c), potrebbero non riuscire a identificare i fattori complessi di questa associazione tra diabete e malattia di Alzheimer.
La durata dell’HbA1c nell’intervallo target è una misura del controllo glicemico che esprime la stabilità dell’HbA1c nel tempo e può aiutare a spiegare l’associazione tra i livelli di glucosio nel tempo e l’incidenza della demenza.
Stabilità a lungo termine dell’HbA1c entro l’intervallo target ma individualizzato permette quindi di prevenire il rischio di malattia di Alzheimer e di demenze associate nei pazienti diabetici anziani. Inoltre, ciò suggerisce che questi pazienti,
coloro che sono riusciti a mantenere il livello di HbA1c entro i limiti raccomandati solo per periodi di tempo troppo brevi corrono un rischio maggiore di Alzheimer
e dovrebbero quindi essere ulteriormente monitorati a livello cognitivo.
Lo studio La coorte è stata condotta su 374.021 partecipanti veterani di età pari o superiore a 65 anni con diabete e seguiti dal 2004 al 2018. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a 4 test HbA1c durante il follow-up. L’analisi rivela che:
- durante il follow-up, l’11% dei partecipanti ha sviluppato la malattia di Alzheimer o una demenza correlata;
- una maggiore stabilità dell’HbA1c all’interno dell’intervallo dei valori di HbA1c, nel tempo e per un lungo periodo di tempo è associata ad un ridotto rischio di malattia di Alzheimer;
- quando i livelli di HbA1c sono al di fuori dell’intervallo raccomandato, maggiore sarà la durata del periodo fuori dall’intervallo raccomandato e più lunga
aumenta il rischio di demenza, fino al 25%;
- questo risultato vale per i pazienti anziani che non hanno una prescrizione di antidiabetici.
Questi risultati confermano che per gli anziani con diabete, il mantenimento della stabilità dell’HbA1c entro gli intervalli target nel tempo è associato a un minor rischio di Alzheimer.
Le implicazioni cognitive in termini di monitoraggio glicemico sono quindi evidenti in questo gruppo di pazienti.
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