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Pseudoefedrina: dovremmo arrivare a vietarla?

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L’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (ANSM) ha confermato la sua intenzione di elencare molto presto i farmaci per via orale contenenti pseudoefedrina in una e-mail inviata alla fine della scorsa settimana ai sindacati dei farmacisti. Una misura che alcuni ritengono insufficiente.

Membro dell’Accademia di Farmacia, il professor Alain Astier ha diretto per 40 anni il dipartimento di farmacia dell’ospedale Henri-Mondor di Créteil. Il 22 novembre su “Franceinfo” ha preso posizione sul delicato tema dei vasocostrittori orali, che non dovrebbero più essere disponibili se non su prescrizione entro poche settimane, per decisione dell’ANSM. Per questo professore di farmacia questa misura non è sufficiente. “Dobbiamo rimuoverli completamente dal mercato (…) È giunto il momento. Erano anni che molti colleghi dimostravano la pericolosità e la definitiva inutilità di questo tipo di prodotti”sottolinea, riferendosi qui ai diversi rapporti di farmacovigilanza che avvertono del rischio di effetti collaterali rari ma gravi (ictus, infarto) che si verificano nei pazienti che hanno utilizzato questi farmaci indicati per il raffreddore.

Alcuni mesi fa, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha dichiarato che i medicinali orali contenenti pseudoefedrina non presentavano rischi sufficienti per essere vietati e si è limitata ad imporre nuove controindicazioni. Una decisione fortemente criticata dalla rivista “Prescrire”, che poi ha deplorato “Un’occasione mancata (Di) proteggere i pazienti”. Una posizione alla quale assume oggi il professor Astier. “Bisogna andare avanti con il ragionamento. O questi prodotti hanno un interesse e, in quel momento, vanno mantenuti, oppure non hanno interesse. (…) Non vedo il motivo di un medico. Allora perché tenerli? Sono sempre mezze misure, tanto vale toglierle dal mercato”, supplica il membro dell’Accademia di Farmacia. Invita l’ANSM a inasprire i toni, anche se ciò significa andare contro la posizione dell’EMA. “In termini di salute e in particolare per motivi di sicurezza, un’agenzia locale in un paese europeo può discostarsi dalla regola europea. Dobbiamo arrivare a questo punto” lui difende.

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