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come i “fagi” hanno salvato il paziente di Ginevra

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L’ESSENZIALE

  • La resistenza agli antibiotici è oggetto di una settimana di sensibilizzazione fino al 24 novembre.
  • La mancanza di effetto degli antibiotici su alcuni batteri potrebbe essere la causa di 5.000 morti all’anno in Francia.
  • Una soluzione potrebbe venire dall’uso dei fagi, virus che uccidono i batteri che non infettano le cellule umane.

Più di 5.000 morti all’anno in Francia: è il preoccupante rapporto di uno studio recentemente pubblicato su The Lancet sull’aumento della resistenza agli antibiotici. E su scala globale, le previsioni annunciano cifre terribili: l’aumento dell’inefficacia degli antibiotici su molti batteri potrebbe portare alla morte di quasi 40 milioni di persone entro il 2050.

Contro questa tragedia annunciata esistono delle contromisure. Dalle più semplici, come un migliore rispetto delle misure igieniche quotidiane, a quelle più classiche, la limitazione dell’uso di antibiotici e le campagne di vaccinazione, fino a quelle più innovative, l’uso contro i batteri resistenti di quella che comincia ad apparire come un’arma di il futuro, i batteriofagi (detti anche più semplicemente “fagi”), virus presenti nella biosfera e che attaccano i batteri senza infettare le cellule umane.

Uno studio pubblicato nel 2023 su Nature Communications riporta una “prima” realizzata da un team degli Ospedali Universitari di Ginevra (Svizzera) che ha permesso di salvare un paziente affetto da un’infezione batterica polmonare resistente agli antibiotici grazie all’utilizzo di questi batteriofagi.

Terapia fagica contro batteri multiresistenti

Il trattamento sperimentale ricevuto da questo paziente di Ginevra gli ha permesso di guarire da un’infezione causata da un ceppo multiresistente del batterio Pseudomonas aeruginoisa. Quest’uomo di 41 anni era ricoverato in ospedale da diversi mesi e le sue condizioni non mostravano alcun miglioramento, nonostante la continua terapia antibiotica per via endovenosa.

Dopo 5 giorni di trattamento con terapia fagica somministrata mediante aerosol continuando la terapia antibiotica, il paziente non presentava più, come riportato nello studio, ostruzione respiratoria e non ha manifestato nuove riacutizzazioni dopo aver lasciato l’ospedale.

Analisi dei batteri rispetto ad una banca dei fagi

Ma questa tecnica rimane complessa e soprattutto molto individualizzata. “I batteri possono sviluppare resistenza ai fagi e agli antibiotici ed era necessario selezionare il fago appropriato per il ceppo batterico target.ha precisato in un comunicato stampa degli Ospedali universitari di Ginevra il dottor Thilo Köhler del dipartimento di microbiologia e medicina molecolare. Il suo team ha innanzitutto isolato i batteri contenuti nelle secrezioni respiratorie dei pazienti per analizzarne il profilo genetico e confrontarlo con una banca dei fagi; il virus attivo su questi batteri è stato finalmente identificato presso l’Università americana di Yale.

Questo risultato “evidenzia la complessità della selezione del fago attivo o della progettazione di cocktail di fagi”, Tuttavia, sottolinea lo studio Nature Communication.

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