Sin dagli anni ’70 è noto che alcuni virus sono in grado di eliminare le cellule tumorali. Questo principio ha dato origine alle viroterapie oncolitiche, che utilizzano virus modificati per colpire le cellule tumorali, stimolando al contempo il sistema immunitario. Attualmente sono approvate tre viroterapie, tuttavia questi trattamenti sono ancora rari, riservati a tumori specifici e come soluzioni di seconda linea.
Il dilemma di una scienza senza quadro
Di fronte a una recidiva del cancro al seno e al rifiuto di una nuova chemioterapia, la virologa Beata Halassy ha progettato e somministrato il proprio trattamento basato su due virus. I risultati, pubblicati sulla rivista Vaccines e dopo 12 rifiuti da parte di altri editori, sono positivi per questo ricercatore-paziente: dopo cure e intervento chirurgico, il tumore non è ricomparso. Tuttavia, questo approccio solleva importanti questioni etiche. Quali? Quali sono i risultati osservati per questo trattamento non convenzionale? Risposte con Jean-François Fonteneauricercatore Inserm presso il Centro di ricerca sulla cancerologia e l’immunologia integrata di Nantes-Angers.
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