Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI), molti strumenti di supporto alle decisioni appaiono oggi promettenti e hanno raggiunto un interessante livello di maturità. “Quindi abbiamo cercato di vedere il loro interesse per la geriatria”, spiega il professor Achille Tchalla (Ospedale universitario di Limoges), responsabile della cattedra “AI e invecchiare bene”.
Per aiutare le équipe mediche delle case di cura a gestire meglio situazioni complesse ed evitare ricoveri d’urgenza non necessari, ottimizzando al tempo stesso il tempo del personale medico e infermieristico, il professor Tchalla ha sperimentato un sistema di pre-diagnosi, analizzato dall’intelligenza artificiale. Una prima fase di fattibilità ha testato lo strumento AI e i suoi utilizzi con il personale infermieristico nelle case di cura. Una seconda fase ha permesso di valutare questo sistema su scala regionale.
Con questo sistema gli infermieri delle case di cura identificano, su un tablet, i sintomi del paziente sulla base di un questionario precostituito analizzato tramite AI. Le informazioni vengono poi trasmesse al medico curante, che non ha più bisogno di viaggiare.
Buona sensibilità
“Si tratta di uno strumento decisionale che non sostituisce in alcun modo la competenza medica. Il medico nel suo studio è in grado di convalidare la direzione decisa dall’IA. I risultati dello studio dovrebbero essere pubblicati a breve e comprenderanno una componente quantitativa, ma anche qualitativa. indica il geriatra. Già“da una valutazione sociologica è emerso che il sistema è stato ben accettato dai team delle case di cura. E in attesa che vengano svelati i primi risultati, possiamo dire che questo strumento connesso ha una buona sensibilità: l’accuratezza delle diagnosi dell’IA è stata verificata. La diagnosi inoltre è più rapida ed evita trasferimenti al pronto soccorso. precisa il professor Achille Tchalla.
Molti altri progetti sono in corso presso il reparto di geriatria dell’Ospedale universitario di Limoges, sul monitoraggio remoto intelligente a casa o nelle case di cura per pazienti con patologie croniche, al fine di anticipare rapidamente lo scompenso ed evitare il ricovero ospedaliero.
Intervista al professor Achille Tchalla (Ospedale Universitario di Limoges, responsabile della cattedra “AI e invecchiare bene”)
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